"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
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La Verità è logica e perfettibile

Dal sito Istituto di Ricerca della Coscienza, un estratto da Presunti scritti inediti attribuiti a padre Ernesto Balducci.

Effettivamente c’è un gran fiorire di fonti che parlano di trascendenza, che danno messaggi e via dicendo. Allora, come si può capire se si è presenza di qualcosa di autentico o meno?
Davanti a una fonte che parla di verità trascendentali, prima di tutto si deve ignorare la firma di ciò che viene detto, si deve, cioè, non conoscere, non sapere chi è l’autore dei messaggi e dei discorsi che vengono offerti e che si stanno studiando.
Questo è importantissimo, perché, se i contenuti sono validi, sono validi in se stessi e non per il motivo che qualcuno influente li abbia espressi. Se ci lasciamo suggestionare dal fatto che una determinata verità l’ha detta il Maestro tale, il filosofo talaltro o il Santo che sta sopra e così via, siamo portati a dar credito a ciò che non possiamo verificare.

E se è indubbio che le verità trascendentali non si possono verificare, è però altresì vero che la verità è essenzialmente ed estremamente logica, per cui chi segue una verità che non trova riscontro nella realtà fisica immediata, ha tuttavia il conforto di sapere che tale verità, non sottoponibile alla luce del giorno, può essere esaminata dalla propria ragione.
E, quando un individuo ha compreso, non rimane turbato se altri lo contraddice: rimane sereno nella propria verità.
Riconoscendo che esiste una evoluzione, non solo una evoluzione che riguarda il piano fisico, la materia, la forma, le razze… ma una evoluzione spirituale, si può ragionevolmente capire che fino a che l’uomo, l’individuo non è pronto, non può ricevere certe conoscenze, non può averle.

Non si deve, però, pensare a una sorta di privilegio: ogni essere ha gli stessi diritti
dell’altro e, se a un dato momento uno ottiene la possibilità di sapere verità che l’altro ancora non conosce, non è perché l’altro ne sia escluso, ma perché si esclude da solo, si esclude nel senso che ancora non ha interesse per quelle verità.
Quando, invece, una persona si dedica allo studio di taluni argomenti e apprende certe verità, non è perché ne sia degna, ma perché ne sente il bisogno, perché è giunto per lei il momento in cui tali verità le servono per progredire ulteriormente.

A coloro, poi, che non avvertono simili attrattive, quelle verità si scopriranno, comunque, in seguito, non appena la maturazione interiore da essi raggiunta lo esigerà: ciascuno riceve quel che può ricevere, secondo le sue capacità e il suo intimo grado evolutivo.
Inoltre, non si deve mai dimenticare che le verità, anche le più elevate, da qualunque fonte provengano, hanno sempre un carattere progressivo, perfettibile.
La critica è, dunque, necessaria, ma prima ancora è indispensabile il discernimento e la comprensione, senza dei quali non si aprirebbe la strada a ulteriori illuminazioni e superamenti.

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