"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
* * *

Seminare e Raccogliere

Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?». Egli rispose; «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani”. – Matteo 13,1-23

Articolo completo sul sito, nuovamente in linea,
AutomiRibelli

L'evoluzione secondo Gurdjieff

“Esistono menti che si interrogano, che desiderano la verità del cuore, la cercano, si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita, cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni, e di penetrare in loro stesse. Se un uomo ragiona e pensa bene, non ha importanza quale cammino egli segua per risolvere questi problemi, deve inevitabilmente ritornare a se stesso, ed incominciare dalla soluzione del problema di che cosa egli stesso sia e di quale sia il suo posto nel mondo attorno a lui.”

Articolo completo su Coscienza Evoluta

L'intera specie umana è folle?

"Migliaia di anni fa la prima mente malata fece la sua apparizione sulla Terra. Come fosse divenuto tale, non ci è dato di sapere. Ma sappiamo che in quel tempo la gente era perfettamente naturale e priva di qualsiasi corazza caratteriale. Gli uomini potevano ancora sentire la natura in sè stessi ed intorno a loro. Non avevano alcuna cognizione della "malattia mentale", nè avrebbero potuto immaginarla.

Quando apparve il primo pazzo, la gente semplice e naturale non poteva capire che in lui c'era qualcosa che non andava. Essi dunque ascoltarono le sue allucinazioni e le sensazioni che diceva di provare, e prestarono fede a queste visioni, con la convinzione che provenissero da un mondo più evoluto. Erano fantasie di demoni e di fiamme, esperienze che oggi vengono definite schizofreniche. Ma quando la gente credette a questi miti, cominciò a provare anche le stesse sensazioni descritte dal pazzo. Molti propulsori biologici primari, che gli uomini hanno in comune con tutti gli altri animali, vennero chiamati "demoni". Nel tentativo di reprimere questi meccanismi, si svilupparono tensioni muscolari e blocchi respiratori.
L'essere biologico creò quindi una corazza costituita da meccanismi secondari di natura perversa - sadismo e masochismo. Fu allora costruita un'ulteriore corazza nel tentativo di contenere questa forza distruttiva.
Come conseguenza, la razza umana divenne completamente innaturale, robotica, emozionalmente "appestata". Nei secoli il processo continuò, peggiorando la situazione.

Non esiste una soluzione politica al problema. Non ha alcuna importanza quali forze politiche siano al potere, perché la corazza emozionale continuerà ad esistere e continueranno i comportamenti sadici e masochisti. La gente non sa cosa sta facendo e non si rende conto di cosa avviene intorno ad essa. Per opporsi alla peste emozionale, la gente deve prima comprendere che è stata resa schiava. Per progettare un'evasione dobbiamo realizzare di essere in prigione. Fino a che ignoriamo tutto questo, continueremo ad essere attori di una fantasia folle. Siamo pazzi, e abbiamo l'illusione di essere sani. Siamo automi, e abbiamo l'illusione di essere liberi. Siamo ossessionati, e abbiamo l'illusione di essere scientifici e razionali.

La libera esposizione di questi concetti, rappresenta un violento attacco alla vanità e alla presunzione di ogni uomo o donna sul pianeta, e comporta l'essere denunciati come fanatici, estremisti, anarchici.
Ma se desideriamo almeno una possibilità di sopravvivenza, è necessario che almeno una persona possa parlare liberamente, e raccontare finalmente la verità sull'orrore di questo imbroglio.
Non ha alcuna importanza se questo può risultare offensivo per i dogmi religiosi o scientifici, o per la nostra stessa razionalità, o per i dogmi politici, secondo cui il problema esiste soltanto in qualche altro Paese pieno di gente cattiva. Il problema esiste in ognuno di noi. Nei nostri respiri leggeri e superficiali. Nei nostri muscoli sempre tesi. Nella nostra rabbia nell'udire la verità su noi stessi.
E questa è la ragione per cui sono stato condannato.

Questo è il pensiero del Dr. Wilhelm Reich, interpretato e riassunto da Robert Anton Wilson.
Wilhelm Reich (1897-1957), nato in Austria studiò medicina a Vienna, dove in seguito diresse il Seminario di terapia analitica. Con l'avvento del nazismo fu costretto a fuggire dal proprio paese e si trasferì in USA, fondando a New York l'Orgone Institute. A lui si deve la scoperta dell'energia orgonica o "energia vitale".
Denunciato per i suoi esperimenti, venne rinchiuso nel penitenziario di Lewisburg dove morì. Il suo laboratorio fu distrutto e tutti i suoi libri e i suoi appunti di ricerca vennero bruciati in un inceneritore. Si, avete letto bene !

estratto dal sito
Climatrix

Io e voi che leggete, poveri stronzi

Io e voi che leggete, poveri stronzi, di nuovo fottuti dal Potere.
dal sito di
Paolo Barnard

Dio mio, il Potere ci ha fottuti di nuovo, poveri stronzi che siamo tutti noi scribacchini dall’Antiqualcosa, e tutti voi tossicomani della Rete. Poveri, poveri gonzi, la pena che facciamo è straziante. Ditemi, dove risiede la stanza dei bottoni di questo meraviglioso web? Sta in America, fra le mura dell’ICANN, per fare un esempio, ma sta lì, nelle corporate rooms di quel Paese, proprio quello, chiaro? E allora, allora, ma vi sembrava possibile che sta gente ci regalasse una macchina da guerra immane con cui fargli un mazzo così? Ma vi sembrava possibile che se ne stessero inerti a guardare mentre le ‘belle anime’ del pianeta si armavano di blog, news networks, social networks, siti, forum, video, piazze virtuali, per spaccargli la schiena? Peter Sutherland, Leon Brittan, George Shultz, Lloyd Blankfein, Pascal Lamy, Mario Draghi… i padroni del mondo, gente così secondo voi è idiota? Stanno tremando di paura, secondo voi, ogni volta che cliccano su Democracy Now, su Znet, o su Grilloblog? Oppure se ne stanno rilassati nelle loro suites di Londra, Roma, Parigi e Manhattan? La seconda. Ecco perché, e vien da piangere.

La Rete esiste in media nelle nostre case dalla metà degli anni novanta, oggi siamo nel 2010. Diciamo quindici anni. Prendiamo i quindici anni prima dell’arrivo del web, 1980-1995. I mezzi di comunicazione e di organizzazione civica fra cittadini attivi di quell’epoca erano l’equivalente del biroccio col mulo a confronto di ciò che la Rete ci ha reso disponibile, cioè lo Space Shuttle. Il paragone calza, anzi, forse è anche inadeguato. Meglio la cerbottana a confronto con la portaerei USS Enterprise. Se io munisco un uomo di cerbottana per difendersi dal suo nemico, mi aspetto una lotta. Se gli fornisco una portaerei nucleare e aerei supersonici mi aspetto un altro tipo di lotta, oserei dire più efficace, cioè un altro risultato, ben altro. E cosa abbiamo fatto noi con i nostri ordigni al plutonio nuovi di zecca? Sapete qual è la risposta? E’ che ne abbiamo fatto un videogioco planetario, e gli stiamo davanti istupiditi, drogati, nevrotizzati, ma anche compiaciuti nel più straziante autoinganno globale della Storia. Non abbiamo fatto esplodere una singola bomba, il nemico è illeso, anzi, rafforzato, con forse l’unica preoccupazione quella di pulirsi dal fondo dei pantaloni la polvere dei petardini che ogni tanto la nostra portaerei gli butta fra i piedi. Questa è la realtà, Dio mio. Come abbiamo fatto a ridurci così?

Di nuovo una risposta: è stato possibile perché, come vado denunciando da anni, la massa delle ‘belle anime’ occidentali si ostina a non voler capire cosa sia il Potere, o meglio, si ostina a non voler vedere l’entità della scaltrezza del Potere. Se solo qualcuno di noi si fosse arrestato di fronte al primo click in rete quindici anni fa e si fosse fatto le domande che ho scritto sopra, se ci fossimo subito chiesti “Alt, calma, che è sta roba che ci hanno scodellato, alt, cosa sta cucinando il Potere qui?”, forse non saremmo a sto miserabile punto. Perché era evidente, Cristo, che se ci davano la Rete era perché loro sapevano benissimo cosa la Rete ci avrebbe fatto, lo sapevano con serena precisione, ci avevano pensato a lungo, si erano confrontati, e la loro conclusione era che ne avremmo fatto questo videogioco da videodipendenti all’ultimo stadio, e cioè, udite, l’ennesimo prodotto di consumo compulsivo della loro Esistenza Commerciale e Cultura della Visibilità, cioè di nuovo un ulteriore passo verso l’abisso della paralisi civica. Esattamente ciò che loro vogliono ci accada. Ed è accaduto, siamo sempre più inerti, noi, manica di deficienti convinti di essere in lotta ogni mattina quando clicchiamo in questo web che figlia informazioni a ritmo frenetico come un colossale brodo batterico fuori controllo. In lotta noi, ingozzati d’informazione oggi a un ritmo così stordente che neppure il tetro immaginario di George Orwell l’avrebbe potuto concepire come macchina di annullamento civile. Lotta? Ma dove? Ma i risultati li vedete? Lo ripeto, abbiamo in mano una portaerei nucleare quando solo pochi anni fa avevamo le cerbottane, e cosa è cambiato?

Gli uomini e le donne delle cerbottane vissero in un mondo manifestamente imperfetto, ma date un’occhiata: nell’Italia dei mezzi d’informazione collosi, pochi, e blindati dalla Democrazia Cristiana-Vaticano costoro furono capaci di ribaltare la Storia del Paese con divorzio e aborto, difeso quest’ultimo poi nel 1981 con un referendum da record (67%), in un’affermazione di volontà civica unica al mondo in questo ambito. Le donne italiane nell’era in cui i computer erano scatole di dimensioni industriali seppero prendere il maschio latino per le orecchie e ficcargli la testa nei pannolini puzzolenti dei figli, le braccia sui manici del passeggino, e si ritagliarono una larga fetta di dignità in un mondo tutto di pantaloni. Non la perfezione, ma un salto in avanti storico. E, sempre senza Internet col suo immane seguito di starnazzamenti, gli operai italiani soffocarono il terrorismo rosso dopo l’assassino di Guido Rossa nel gennaio del 1979, di nuovo una dimostrazione di forza civica ammirevole se si considerano le tremende condizioni lavorative operaie di allora, sulle quali la tentazione di scadere nella violenza poteva avere una facile presa. I magistrati dell’Italia di Fantozzi presero di petto gli scandali petroliferi, quelli dei colossi imprenditoriali di Stato (IRI), scoperchiarono la P2, e poi ci fu Tangentopoli, altro capitolo storico senza precedenti forse in tutto l’Occidente che trovò impeto senza blog, V-day, senza i ‘paladini’ e i loro diecimila libri e video. Un capitolo questo che di nuovo fu difeso dall’Italia dei rudimentali fax nell’estate del 1994 (decreto Biondi salva ladri) con una quasi insurrezione popolare (mai più vista da allora così veemente). In quello stesso anno la tenacia decennale di un popolo in stracci e costretto alla schiavitù, unitamente al lavoro di migliaia di attivisti europei armati di telefoni se andava bene, sconfisse l’Apartheid in Sudafrica. Poco prima era crollato il muro di Berlino, portando fra le altre cose all’unificazione della Germania, dove io ricordo l’esistenza di vibranti forze civiche anti imperialiste e anti nucleari di cui ora, col nostro stupefacente web, non si trova più traccia. E al nucleare, l’Italia del TG1, TG2 e TG3 seppe nel 1987 porre un freno netto, in un referendum che toccò punte dell’80% di cittadini contrari all’atomo, che oggi invece rialza la testa nell’indifferenza quasi generale. Gli anni delle cerbottane, dal 1980 in poi, videro anche l’esplosione della consapevolezza ambientale grazie a Greenpeace, e il crollo di dittature fra le più atroci della Storia moderna, in America Latina; lì lottarono per sbarazzarsi non dico di un Berlusconi, o della Camorra, ma di un impero neonazista finanziato e armato dalla più grande potenza mondiale, delle sua infinite camere di tortura e dei campi di concentramento. Lottarono morendo a decine di migliaia in condizioni disumane, e nessuno di loro mai cliccò un mouse, non c’era Facebook. Nel 1984, con una telecamera e un aereo bimotore, un singolo reporter, Mohamed Amin, portò sugli schermi del mondo la tragedia della fame in Etiopia, salvò milioni, l’ondata di indignazione mondiale costrinse i Paesi ricchi a mettere in agenda la fame dei poveri per la prima volta. Amin morì prima ancora che nascessero i blog. E così fu, in una lunga scia di vittorie contro la barbarie nell’era delle cerbottane.

Poi arriva la Rete, ohhhhh! Tutto quanto sopra viene in teoria potenziato nelle stesse proporzioni in cui lo Tzunami potenzierebbe l’ondina della risacca serale. I cittadini attivi del pianeta, i combattenti per la giustizia, scendono dal mulo e salgono sull’Eurostar, gettano la fionda e imbracciano i missili Cruise. E allora tutti con lo sguardo proteso in avanti in trepidante attesa di un’imponente rimonta, di un mondo migliore.

Negli anni che vanno dal 1995 a oggi la povertà nel Sud del mondo è salita a 2,7 miliardi di esseri umani, di cui un miliardo sopravvive con 1 dollaro al giorno rispetto agli 800 milioni di dieci anni fa (+200 milioni). La crisi finanziaria dell’anno scorso ne ha aggiunti 53 milioni, che rischiano la soglia della povertà. Negli Stati Uniti di oggi quasi 50 milioni di persone soffrono la fame, cioè non possono nutrirsi più di una volta al giorno; in Italia adesso il 17% delle famiglie è in grave difficoltà, rispetto al 10% ‘tradizionale’, l’11,2% non arriva a pagare le spese mediche, infatti un italiano su 5 non fa visite specialistiche per povertà. Oggi un 10% di italiani ricchi possiede la metà di tutta la ricchezza, un aumento di concentrazione notevole secondo la Banca d’Italia. E mentre la crisi alimentare sta uccidendo nel mondo numeri senza precedenti, i 12 miliardi di dollari promessi all'inizio del 2009 dai potenti per sradicare la fame (Millennium Development Goal) non si sono materializzati, mentre per salvare le banche ne sono stati spesi dai cinquemila agli undicimila di miliardi di dollari, secondo le stime. Ma cliccando sui mouse della nostra nuova macchina da guerra abbiamo eletto Obama!, certo. Cioè sfruttando la coglionaggine di milioni di attivisti di tastiera si è permesso a un truffatore guerrafondaio, omertoso protettore della CIA, filo sionista di ferro, baciapile dei banchieri che oggi ha il gradimento più basso nella storia delle presidenze USA dai tempi di Dwight Eisenhower, di occupare il posto di uomo più potente del mondo. Che risultato! Navigando con la nostra portaerei le portentose onde dei blog d’informazione, contro-informazione e contro-contro-informazione a suon di decine di milioni di articoli e video ci siamo fatti scappare dai buchi del radar circa 68 guerre, di cui due, Iraq e Afghanistan, nonostante abbiamo ricevuto la più ampia esposizione mediatica della Storia umana. Ah, scordavo, ci è scappato nell’era della trincea di tastiera anche il ritorno in grande stile della tortura, dibattuta tranquillamente sui banchi parlamentari figli di Cesare Beccaria, povero Cesare.

La spesa militare globale del 2008, secondo SIPRI, è stata di 1.464 miliardi di dollari, con un aumento del 45% rispetto a dieci anni prima, altra risonante vittoria dei pc internettiani. Nell’era del web assieme all’onanismo dei social networks è esploso anche il nuovo Panic Marketing, quello della mucca pazza, di Ebola, della Sars, dell’Aviaria, della Suina, quello che ha il doppio scopo di distrarci in massa dalle questioni concrete e di alleggerirci il portafoglio, e lo sapete, vero, che a proposito di questo noi italiani siamo adesso in passivo per 184 milioni di euro cacciati nel pattume della Suina? E mentre noi cittadini cybercombattenti civici facciamo le ore piccole per non perderci la denuncia numero 430.871 del paladino numero 346 sul blog 5.329 dove sono postati i commenti numero 3.786.987.760, capita che i diritti dei lavoratori si siano estinti… ci siamo distratti un attimo e puff, non ci sono più. Oggi il 52% degli elettori di Berlusconi, di Berlusconi!, approva le occupazioni delle fabbriche da parte di operai disperati; i due terzi dei leghisti approva la mobilitazione della CGIL, e l’80% degli italiani sostiene i picchetti davanti alle fabbriche. Significa forse che un’ondata di sinistra sta spazzando l’Italia? No, significa che un’ondata di disperazione senza precedenti sta spazzando elettori a 360 gradi trascinati mai come oggi di fronte al crollo del bene essenziale del lavoro. Un milione e seicentocinquantamila lavoratori italiani se perdessero il lavoro non avrebbero neppure un euro dallo Stato. Il 61% di tutto il lavoro precario italiano è giustificato unicamente dalla “tendenza a ridurre il costo del lavoro e il costo-opportunità legato alla possibilità di licenziare”. Ma non eravamo noi, i cittadini attivi, che armati di webpower dovevamo migliorare la Storia? Perché sta tutto peggiorando nonostante il tripudio di megawatt di potere informativo e formativo della Rete? Quando il pool di Mani Pulite spedì in pensione (più che in galera) la classe politica della prima Repubblica non c’erano Grillo, Travaglio e i loro seguiti immani in Rete. Oggi ci sono, ma a detta dello stesso autorevole Travaglio le cose in quanto a mazzette sono molto peggio di prima (si legga il suo Mani Sporche). Silvio Berlusconi ha vinto quattro mandati, nonostante il Vajont di sputtanate che la Rete gli ha riversato addosso, la sinistra sta al British Museum accanto alla stele di Rosetta. Le Mafie aumentano gli introiti ogni anno, oggi sono a circa 91 miliardi di euro di bottino. L’Europa ci toglie le costituzioni nazionali e la sovranità col Trattato di Lisbona, che di nuovo è filtrato indenne attraverso la nostra possente Rete fottendosene della prerogativa democratica di 500 milioni di cittadini. La lotta al riscaldamento globale ristagna. I banchieri impoveriscono il mondo per dodicimila miliardi di dollari in 12 mesi truffando i cittadini, ma neppure uno di loro finisce in galera, anzi, molti incassano bonus milionari. Le donne dell’era web ridotte a pezzi di scottona sculettanti che hanno orgasmi negli spot con lo yogurt o strusciando un piano cucina, ridotte con l’ano zoomato in edicola o a essere viste ma non udite in Tv. Avete più visto una protesta nelle strade?

E infine Haiti. Cosa abbiamo fatto noi eroi del web attivo, noi combattenti di tastiera per gli ultimi della terra? Vorrei che vi fosse un solo essere umano ad Haiti oggi, vivo o morto, che abbia lasciato scritto “dal 1995 le cose sono cambiate qui. Grazie ‘belle anime’ di Internet”. Nel 1994 il loro presidente democraticamente eletto, Jean Bertrand Aristide, fu rimesso da Clinton al suo posto dopo che la CIA nel 1991 aveva pensato bene di cacciarlo, dato che ahimè gli haitiani avevano avuto il coraggio di votare per il solito partito sbagliato (cioè quello che piaceva a loro e non a Washington). Ricordo bene da cronista che in occasione del golpe del ’91 un certo clamore di stampa si era fatto sentire. Dieci anni dopo, nel 2004, di nuovo Francia e USA decisero che Aristide non era accettabile, lo caricarono letteralmente impacchettato su un aereo diretto in centro Africa, e ripresero a succhiare il sangue alla popolazione stremata dai SAP del Fondo Monetario Internazionale. In un rapporto del Dipartimento di Stato americano di allora si leggeva che “il commercio per export e le politiche d’investimento che imponiamo, schiacceranno senza pietà i coltivatori di riso ad Haiti”. Ma nel 2004 avevamo la Rete, i mouse al plutonio, i missili web, i blog nucleari… esplodemmo due petardi. Mi fermo qui, ai piedi di quei 200.000 morti.

La conclusione che propongo è chiara. L’arrivo di Internet nelle trincee della lotta sociale non ha migliorato il mondo, né l’Italia, anzi. Questo perché, come ho già scritto, il suo scopo era e rimane quello di drogare milioni di persone comuni, e di far scadere i pochi attivisti in una patologia ossessiva da attivismo di tastiera che li rendesse del tutto inutili. Ci sono riusciti, il Potere ha di nuovo vinto. Siamo una manica di stronzi maniacali totalmente risucchiati da questo mostruoso videogioco globale, del tutto incapaci di fare quello che i nostri nonni o i nostri padri, ed esseri umani per millenni prima di loro, hanno saputo fare per cambiare il loro mondo. Ed è per questo che io ridicolizzo chi come Antonella Randazzo pretende sovvenzioni perché deve poter dedicare ancora più tempo a scaricare in questa casa di pazzoidi drogati ancora più informazioni. Ecco perché attacco Travaglio e i suoi partner dell’Industria della Denuncia e dell’Indignazione, che significa altre tonnellate di informazioni riversate in questa allucinante discarica del web per produrre solo il nulla. Mentre l’Italia marcisce e il mondo muore. Ecco infine perché dico da tanto tempo che ogni singolo cittadino occidentale sa da decenni e alla nausea cosa non va, la tragedia è che non sa più cosa farci.

E allora, cari colleghi di Paolo Barnard, tu Paolo Barnard e voi tutti popolo del web: il web è stato creato per toglierci definitivamente le palle, non ci serve a nulla nella guerra col nemico. Smettete di leggere e commentare ossessivamente, disintossicatevi, piantiamola di pubblicare a raffica (noi autori e voi siti), ritiriamoci nelle nostre case e chiediamoci fino a piangere: perché non so più cambiare il mio tempo? Perché il Potere mi ha fottuto, ancora una volta?

La Confraternita

Nel celeberrimo romanzo di Orwell, "1984", viene descritta la Confraternita, un movimento clandestino capeggiato da Emmanuel Goldstein, che si batte contro il regime del Grande fratello. E' un'invenzione narrativa di notevole rilevanza, poiché nell'opera si intuisce che questa "quinta colonna" è stata creata dal sistema stesso per snidare gli oppositori, convincendoli altresì che è possibile contrastare il potere. L'ideologia di Goldstein si basa su un libro in cui sono svelati alcuni stratagemmi che sono adottati per plagiare i "cittadini" di Oceania. E' quindi il sistema stesso ad ostentare i suoi intrighi e talora i suoi punti deboli, nella certezza che nessuno potrà mai rovesciare lo stato, simile ad un'entità astratta dotata di vita propria, a prescindere dagli esponenti stessi del Partito interno.

Ha nociuto al capolavoro di Orwell il riferimento, sottolineato dai critici, allo stalinismo ed al nazionalsocialismo: sebbene l'autore intendesse adombrare la perversità dei regimi totalitari che schiacciarono l'Europa prima e durante il Secondo conflitto mondiale, soprattutto egli guardava al futuro, presagendo l'ineluttabile involuzione autoritaria della "democrazia". Il costante paragone con Stalin e con Hitler appartiene al machiavellismo delle istituzioni attuali che focalizzano l'attenzione sempre sugli altri e sul passato: noi siamo democratici; essi sono delle canaglie; il presente è il regno della libertà; il passato è il dominio della tirannide. E' la strategia di
indottrinamento che si esplica, ad esempio, in un'iniziativa come "la giornata della memoria", ossia un modo per rimuovere e nascondere i genocidi di oggi, convogliando le reazioni emotive dell'opinione pubblica su tragici eventi storici di cui si tacciono abilmente i veri responsabili ed i retroscena inconfessabili, nell'ambito di una storia scritta dai vincitori-"liberatori", occulti alleati, ieri come oggi, degli oppressori.

Queste ed altre iniziative di cartapesta, oltre a denotare pura malvagità, sono talmente tronfie e rozze che, anche fossero (ammettiamolo per assurdo), volte a fini nobili, causerebbero comunque conati di vomito. Tale e tanta è la loro pacchianeria.

Così di Hitler si censurano le origini ebraiche per parte di madre (la matrilinearità è più importante della linea genetica maschile, poiché il D.N.A. mitocondriale si trasmette attraverso le donne), omettendo che, subito dopo l'Anschluss del 1938, il Fuhrer ordinò la distruzione del cimitero austriaco dove erano sepolti alcuni suoi parenti. Si inculca una versione ipocrita e dolciastra degli avvenimenti per condizionare in particolar modo le nuove generazioni che, mentre sono indotte a condannare i metodi della "Gioventù hitleriana", sono controllate e manipolate con gli
stessi metodi utili per forgiare una "Gioventù neo-hitleriana".

Questi sono dunque gli espedienti del potere: la commistione tra verità e menzogne, l'infiltrazione dei gruppi che si oppongono al sistema. Uno degli strumenti con cui sono intorbidate le acque e mescolate le carte è il cinema. Prendiamo, ad esempio, il film "Invasion": nella pellicola, non eccelso rifacimento dell'inimitabile produzione per la regia di Don Siegel, "L'invasione degli ultracorpi" (1956), si possono riconoscere tre protezioni, come in molti altri lavori cinematografici. La prima protezione coincide con la finzione: il pubblico che segue il film è indotto, in ultima istanza, a castrarne l'intreccio ed i messaggi, riconducendoli nell'ambito della fantasia, anche quando sono molto più verosimili di molte notizie divulgate dai media mainstream. La seconda protezione è costituita dalla matassa inestricabilmente imbrogliata tra verità, mezze verità, bugie, con la tendenza a rivelare verità che debbono essere, però, lette al contrario. (Vedi
L'ambiguità di Matrix, un controdiscorso). La terza protezione, la più difficile da scavalcare, a guisa di serratura la cui combinazione può essere indovinata solo in un caso su un milione, è la simbologia, l'insieme di cifre ed emblemi inseriti spesso in modo subliminale e che la maggior parte degli spettatori non nota neppure o, se li nota, relega nel confuso novero delle coincidenze.

In "Invasion", si anticipano eventi futuri decisi dal Governo occulto: si diffonde una pandemia a causa di un virus proveniente dallo spazio esterno. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la Cabal ha veramente l'intenzione di scatenare una pandemia, ma il virus non è alieno, bensì creato in laboratorio negli Stati Uniti. Per combattere il contagio viene attuata con successo una campagna di
vaccinazione di massa. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la campagna per l'inoculazione degli antidoti è stata promossa, ma i vaccini non salvano, bensì causano malattie o uccidono. Una battuta su cui il pubblico dovrebbe riflettere, se non fosse fagocitato dal vortice della storia, è affidata ad una giornalista che domanda ad un responsabile della sanità come sia stato possibile ai laboratori medici creare un vaccino a pochi giorni dalla diffusione del virus.

Infine, scoperti i precipui e dozzinali escamotages con cui il sistema perpetua, rafforza ed esalta sé stesso (sono sempre i medesimi e sempre più grossolani, ma non importa perché la massa è viepiù decerebrata: si pensi a come si sia riusciti ad installare negli scali aerei i
body scanners, in breve tempo e senza colpo ferire, grazie ad una sciatta finzione televisiva), benché sia arduo trovare un modo per abbattere il Leviatano, è agevole rilevarne la bruttezza, la volgarità ed il kitch.

La bruttezza del sistema ci salverà?

Tratto dal Blog Zret

Renfield

Tony Sardi è uno dei miei lettori più attenti. Di quelli che ringrazio in silenzio a ogni puntata per esistere e per navigare, forse, nella Luce Oscura. Con lui tutti quelli che spesso cito direttamente e che collaborano, magari senza averne avuto l'intenzione, a questa rubrica.
Tony mi scrive:

“Traggo spunto da alcuni interventi tuoi su
Carmilla, legati dal concetto che eventi tra loro distanti geograficamente e, a volte, strutturalmente, siano legati tra loro, e inseriti in uno schema che tocca entità spirituali o comunque non materiali. L'idea mi è venuta osservando la prima foto scattata al premier Berlusconi dopo il maldestro attentato di cui era stato fatto segno in piazza Duomo.

Dopo un primo sguardo distratto ho messo a fuoco, e mi sono reso conto della peculiarità di questa immagine. il viso, in parte incerottato, colto attraverso i vetri della macchina, con una fissità innaturale... una mummia, uscita da un film horror; una immagine ectoplasmatica, che buca l'obbiettivo e ispira inquietudine. Ho cominciato a pensare alla coincidenza delle due aggressioni al Papa, e a Berlusconi, entrambi aggrediti da folli nello stesso periodo di tempo, con il Papa uscito meglio a motivo delle sue indubbie protezioni di natura negromantica (cfr. tutti i simbolismi occulti di radice Caldea presenti nei suoi paramenti). Quale situazione che portava tutti gli squilibrati ad agitarsi fino al parossismo mi hanno fatto venire in mente gli eventi di cui sopra? Quella descritta in un passaggio di Dracula di Bram Stoker, quando per l'avvento del principe delle tenebre transilvano, tutti i matti ricoverati nei manicomi cittadini vengono presi da una agitazione incontenibile. Siamo forse alla vigilia di un avvento di tale natura? Potrebbe essere qualche cosa che ritroviamo preannunciato in qualche libro sacro? Sarebbe interessante se ci fossero altri episodi da mettere in relazione con tutto ciò.”

L'implicito suggerimento è notevole. A livello letterario, oltre a Stoker, non ci si può dimenticare di Lovecraft, un altro grande iniziato che sulla carta ci ha fatto dono delle sue intuizioni extradimensionali. L'avvento di Cthulhu e degli esseri oltre la Soglia è spesso annunciato nei suoi racconti da planetarie esplosioni di follia, individuale e collettiva, che “annunciano qualcosa in procinto di accadere”: grandiosi eventi di mostruosa empietà, un futuro spaventoso che si prepara per il mondo, suicidi e omicidi collettivi, una sensazione diffusa di Apocalisse incombente. Idee che circolavano nella mente dell'uomo di Providence a partire più o meno da metà degli anni Venti del secolo scorso. Le analogie tra quel periodo e il nostro attuale sarebbero più di una (bolla economica e crisi del '29...), ma glissiamo.

Però è indubbio che, approfittando del sassolino lanciato da Tony Sardi nello stagno, gli episodi “inseribili in uno schema” sembrerebbero proprio mancare. Nel giro di un mese o poco più, prendendo come data spartiacque quella dell'aggressione a Berlusconi (il 16 dicembre), il repertorio varia dai disordini di Rosarno al solito nonché tragico elenco di stragi in famiglia, dall'omicidio plurimo registrato in Virginia a varie tragedie altrimenti dette “della follia” accadute in Europa un po' ovunque a macchia di leopardo, e termina con l'ingegnere che a Roma ferisce otto persone in una caserma di vigili del fuoco in buona compagnia dell'ex autista di Montecatini che uccide una dipendente del comune e poi si spara. Si obietterà con razionale e condivisibile prudenza che questa è la “normale” cronaca nera di sempre e che i tentativi di ricavarne una lettura unitaria sono puerili tentativi da ricacciare nell'angolo ludico della fiction. Sottoscriverei, ma Tony non è l'unico che mi fa dono di spunti interessanti. Ecco, niente affatto distante, il pensiero di Lorenzo K., probabile pseudonimo, che mi scrive:

“Da un mese e mezzo a questa parte pare che il pianeta tutto sia sottoposto a un intensissimo programma di vibrazioni magnetiche di altissimo livello. Esistono varie teorie al riguardo. Qualcuna, a cavallo tra fantascienza e New Age, dice che chi lo sta emettendo intende effettuare una sorta di risveglio planetario globale in vista della grande trasformazione da attuarsi entro il 2012. Ma qui vorrei soprassedere perché in Rete puoi trovare tutte le informazioni necessarie, se ti piacciono gli alieni. Il fatto è che, dopo che ci siamo fatti una risata sui Pleiadiani che vogliono smascherare i Rettiliani al potere, il problema del martellamento globale di onde magnetiche non è affatto risolto. Tu spesso lo sfiori nella tua rubrica ed è strano che non hai mai speso una parola sul Progetto HAARP e sul Progetto Bluebeam. Troppa fantasia e troppo complottismo per un sito così tradizionalmente 'materialista storico'? Possibile che a te, che pure ne hai scritto nei tuoi romanzi per quanto in chiave fantasiosa, non saltino agli occhi le costanti comuni di tanti strani, a volte sanguinosi, fatti di cronaca? La gente fa cose strambe, come in stato di trance, e ci accontentiamo di dire che è colpa dello stress. La gente sparisce da sotto gli occhi come quel tizio che, durante una gita in montagna, è scomparso davanti alla moglie e ne concludiamo che il tizio aveva l'esaurimento nervoso. La verità è che siamo carne da macello per le manipolazioni di chi sta instaurando il Nuovo Ordine Mondiale. Tu lo intuisci, ma non hai il coraggio di premere l'acceleratore. Svegliati, sta per succedere.”

Relata refero. E ne approfitto per rispondere che non ho mai parlato di HAARP e di Bluebeam perché già mi bastano le tegolate che mi arrivano pur muovendomi su certi terreni con una sana e scettica prudenza (che, per inciso, dovrebbe essere la principale caratteristica del buon ricercatore). Rimando allora a futuri sviluppi i due argomenti citati da Lorenzo K., ma il teorema di Renfield è francamente troppo affascinante per non approfittarne.
Allora comincio a rinfrescare le memorie. Renfield, chi era costui?

Nell'invenzione di Stoker è quel personaggio, rinchiuso in manicomio e paziente del dottor Seward che, come giunge a Londra la famosa nave fantasma con a bordo il conte transilvanico, inizia a dare ancora più di matto, delirando di un fantomatico e oscuro Signore in procinto di estendere il suo cupo dominio. Al cinema Renfield è stato presentato in numerose salse, spesso differenti, non ultima la versione che lo confonde intenzionalmente con il personaggio di Jonathan Harker (come successe nel Dracula del '31 firmato da Tod Browning), mentre negli sviluppi vampireschi di Laurell K. Hamilton (la saga di Anita Blake) il nome “Renfield” è passato non senza senso a indicare i più generici schiavi del potere ipnotico del vampiro ed esiste addirittura una sorta di patologia vampiresca denominata “sindrome di Renfield”. In realtà l'autentico e originale significato stokeriano, più che indicare un rapporto di “dipendenza” tra un'ipotetica vittima e il suo carnefice, come sovente semplificato dai tanti film, è segno di una “risonanza”, un'empatia vibrazionale che s'inaugura man mano s'insinua l'oscuro nemico nel cuore della capitale. Una risonanza percepita dallo stesso Dracula come uno sgradito segnale di allarme, al punto che il vampiro a un certo punto entra nottetempo nel manicomio e lo uccide per ridurlo al silenzio. Renfield, dunque, percepisce telepaticamente l'arrivo di Dracula e non sbaglia chi lo paragona all'animale che presagisce l'imminenza del terremoto.

Ricordato il dovuto, la domanda è: esistono sul nostro pianeta degli autentici “Renfield” in grado di risuonare – ovvero, di “dare l'allarme” - in concomitanza di “qualcosa che sta per succedere”?
Parrebbe proprio di sì. Non è da oggi che una cospicua parte del mondo scientifico sostiene che il pianeta sta aumentando il suo stato vibrazionale, come dimostrerebbe anche l'innalzamento medio della temperatura. I “Renfield” di turno, inconsapevolmente collegati alle modificazioni energetiche, reagirebbero in modo inconsulto e imprevedibile, neppure rendendosi conto di vibrare all'unisono con eventi in corso di pre-accadimento. Con il senno del poi, che è una notevole limitazione, si raccolsero a catastrofe avvenuta numerosi “indizi” sociali risalenti ai giorni precedenti l'11 settembre 2001, non facilmente inseribili in uno schema significante e che avevano a che fare quasi tutti con esplosioni d'irrazionalità e “visioni”, un po' oniriche ma qualcuna a occhi aperti, riguardanti “tempeste di fuoco”. A questi episodi (che ho elencato in un mio libro intitolato Black Magic Woman) si potrebbero aggiungere le Black Box che hanno dato rilievo alle teorie di Roger Nelson, fisico dell'Università di Princeton e capo del Global Consciousness Project, scatole metalliche dotate di particolari microchip in grado di segnalare l'intensificarsi di una presunta attività collettiva di mobilitazione psichica in prossimità di avvenimenti particolarmente traumatici (le Black Box avrebbero funzionato in tal senso poco prima della caduta delle Torri Gemelle e del catastrofico Tsunami indonesiano... praticamente dei Renfield tecnologici).

Assodato che gli argomenti in ballo sono da crociata (o sei pro o sei contro...), concludo riportando il parere di Massimo Teodorani sul concetto di entanglement, che ben conclude questi spunti appena abbozzati.
“Entanglement”, afferma Teodorani, “è il termine inglese usato in maniera standard dai fisici quantistici e tradotto alla lettera in italiano significa 'intreccio'. Diciamo che il termine è abbastanza azzeccato perché denota uno stato prettamente fisico di legame indissolubile tra due particelle elementari, come ad esempio due elettroni o due fotoni che hanno interagito almeno una volta. Il legame è di natura quantistica e significa che entrambe le particelle si comportano come un tutt'uno. La prova cruciale di questa specie di miracolo della natura la ebbe per la prima volta il fisico francese Alain Aspect con un epocale esperimento effettuato in laboratorio nel 1982. Si osservò che se si cambiava una proprietà della prima particella anche la stessa proprietà dell'altra cambiava istantaneamente. Questo cambiamento avviene semplicemente all'atto della misura, dove sulla scala quantistica, l’osservatore interagisce ineluttabilmente con l'osservato: l'atto della misura perturba la prima particella e istantaneamente influenza anche la particella gemella.

Più che sfuggente, il fenomeno dell'entanglement è tanto inquietante quanto reale, soprattutto se si pensa che esso si realizza a qualunque distanza le particelle si trovino l'una dall'altra, sia essa anche di miliardi di chilometri. Questo fenomeno quantistico è ufficialmente confermato solo nel caso del mondo microscopico. In realtà, modelli teorici recenti molto sofisticati accoppiati a uno studio attento del cervello, come ad esempio quello di “neurodinamica quantistica” proposto dal matematico Roger Penrose e dall'anestesiologo Stuart Hameroff, prevedono che i microtubuli che costituiscono l'ossatura dei neuroni cerebrali funzionino su tutta la massa cerebrale in uno stato di “entanglement orchestrato” tra loro, proprio quello che genera un atto di coscienza.
E non è finita. Fisici teorici come Brian Josephson, fisici sperimentali come Robert Jahn, e psicologi sperimentali come Dean Radin e Roger Nelson, ritengono che i cosiddetti “poteri telepatici” e i casi di “coscienza collettiva”, non solo siano eventi reali ma anche che essi rappresentino uno stato di entanglement tra le coscienze di due o più persone separate, le quali così riescono a comunicare in maniera istantanea in base a un meccanismo fisico simile alla risonanza. In sintesi, l'entanglement è una proprietà teoricamente e sperimentalmente dimostrata delle particelle elementari, ma alcuni indizi piuttosto recenti fanno ritenere che esso si realizzi in una forma speciale anche nella scala biologica, nella scala psichica e nella scala cosmologica.

Renfield? Ci torneremo...

di Danilo Arona
tratto da
Carmilla on line