"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
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Il Natale - inganno globale

Il 25 dicembre, in quasi tutto il globo terracqueo festeggiano la natività di Gesù, tra cenoni, feste, regali e consumismo sfrenato, tutti celebrano la nascita di colui che considerano il salvatore dell'umanità, e ciò ha luogo accanto all'albero di natale e al presepe. Che voi non siate credenti non fa differenza perché comunque anche VOI partecipate e sostenete la religione del Nuovo Ordine Globale.

Da dove nasce il ‘Natale’?
Yule è il nome caldeo per ‘neonato’ o ‘bambino’. Nell’antica Babilonia, il 25 dicembre era noto come il giorno di Yule o il giorno della nascita del figlio promesso. Questo era il giorno della nascita del dio sole incarnato, che appariva come un bambino per redimere un mondo avvolto nell’oscurità. Questo era il credo essenziale del sistema religioso babilonese, dove il “dio sole”, conosciuto anche come “Baal”, era il dio principale di un sistema politeistico. Tammuz era anche adorato come il dio incarnato, o il promesso figlio di Baal, che doveva essere il salvatore del mondo.

Nell’Enciclopedia Cattolica troviamo che il Natale non era annoverato tra le festività dei primi cristiani. E non lo fu fino alla fine del IV secolo, quando la Chiesa di Roma cominciò ad osservare il 25 dicembre come il compleanno di Gesù. A partire dal V secolo AD, la Chiesa di Roma ordinò che la sua nascita fosse per sempre osservata il 25 dicembre. All’epoca di questo decreto, la Chiesa di Roma era ben consapevole che i culti religiosi pagani nel mondo romano e greco celebravano il pagano dio sole, Mithra, proprio in questo stesso giorno. Questa festività invernale era nota come la ‘nascita del sole’. Era anche noto nell’Impero Romano come Saturnalia (un altro nome per l’adorazione del sole).

Nuova Enciclopedia Cattolica: “Alla nascita di Cristo fu assegnata la data del solstizio invernale perché in quel giorno, in cui il sole inizia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il dies natalis Solis Invicti”.

Enciclopedia Americana, edizione 1944: “Il Natale … secondo molte fonti autorevoli, non veniva celebrato nei primi secoli della Chiesa cristiana, in quanto l’usanza cristiana in generale era quella di celebrare la morte delle persone più importanti, non il giorno della loro nascita … Una festa fu stabilita in memoria di questo evento [la nascita di Cristo] nel quarto secolo …Poiché il giorno esatto della nascita di Cristo non era noto, la Chiesa occidentale nel quinto secolo ordinò che la festa venisse celebrata per sempre nello stesso giorno dell’antica festa romana in onore della nascita del dio Sole”.

New Schaff-Herzog Enciclopedia of Religious Knowledge: “Le feste pagane dei saturnali e della brumalia erano troppo radicate nel costume popolare per essere abolite dall’influenza del Cristianesimo.
… La festa pagana, con le sue baldorie e gozzoviglie, era talmente popolare che i Cristiani furono ben contenti di avere trovato una scusa per perpetuarne la celebrazione con pochi cambiamenti, sia nello spirito che nelle usanze … i Cristiani della Mesopotamia accusarono i loro fratelli occidentali d’idolatria, e di adorare il Sole, per avere adottata questa festa pagana”.


Enciclopedia Italiana Treccani, edizione 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag 299: “I Padri dei primi secoli non sembrano aver conosciuto una festa della natività di Gesù Cristo.

… La festa del 25 dicembre sarebbe stata istituita per contrapporre una celebrazione cristiana a quella mitraica del dies natalis Solis Invicti [giorno natalizio dell’invincibile Sole], nel solstizio invernale”.


Le maggiori religioni della cristianità, a discapito di innumerevoli e inconsapevoli ‘cristiani’[?], affonda le sue radici nella religione misterica dell’antica Babilonia foriera fonte del progetto di Unificazione Mondiale delle false religioni create dagli Arconti nel loro “progetto dei secoli” per il dominio dell'umanità.

Ma perché proprio il 25 dicembre?

Il 25 dicembre era il giorno del solstizio invernale, dell'avvenimento astronomico che segnava l'inizio di un nuovo dilatarsi del periodo di luce giornaliero. Sul piano simbolico. Ovunque si adorasse il Sole quello era il giorno in cui il dio solare rinasceva dopo morte simbolica. Secondo i Greci, Dioniso era nato da una vergine il 25 dicembre; per gli Egizi Oro, figlio di Osiride, era stato concepito il 25 marzo ed era nato il 25 dicembre. Anche un altro dio della luce di antica origine indoeuropea, Mithra, divenuto nel mondo ellenico-romano un dio solare, vedeva celebrare la sua nascita il 25 dicembre. Anzi sul finire del III sec., l'imperatore Aureliano aveva istituito il culto statale dei Comes Sol Invictus, la cui festa primaria era il dies Natalis Solis Invicti, fissata al 25 dicembre.

Questo giorno ,dunque, era celebrato in tutto l'impero romano come festa della nascita del Sole. Fissare nello stesso giorno la ricorrenza della nascita di Gesù, il Sole di giustizia, era un fatto che scaturiva dunque, oltre che da volontà espresse dagli 'dei' tramite vaticini, dall'opportunità politico-religiosa di riunire sotto un unico credo imperiale tutte le diverse festività, che pur sotto nomi diversi ricadevano nello stesso periodo. Del resto, di coincidenze con altri culti è piena tutta la storia delle religioni umane'.

Il mito di Mithra narra che il dio nacque dalla roccia e che all'avvenimento assistettero alcuni pastori che al bimbo divino offrirono doni. E come non ricordare che il culto di Mithra si celebrava in una grotta? E che un Salvatore, nato da una vergine in una grotta, era atteso dai seguaci di Zoroastro, oltre che da quelli di Mithra?
Ma Gesù non è affatto nato il 25 dicembre come Mithra.. perché a dicembre, a Betlemme e nelle zone circostanti il clima è freddo e invernale, ci sono piogge gelide e a volte nevica. In questa stagione i pastori NON PASSANO LA NOTTE ALL'APERTO con i loro greggi. E non si tratta di un fenomeno meteorologico recente, anzi visto che oggi abbiamo l'effetto serra e la temperatura globale è più alta in quel lontano passato doveva essere ancora più freddo. Inoltre le stesse scritture narrano, che in quelle stesse zone, Ioiachin re di giuda “sedeva nella casa, nel nono mese [chislev, che corrisponde a novembre-dicembre], con un braciere ardente davanti a sé..” (Ger. 36:22). Per scaldarsi aveva bisogno del fuoco.

Anche nel linro di Esdra 10:9,13 risulta chiaramente che il mese di chislev è “..la stagione dei rovesci di pioggia, e non è possibile restare fuori..”. Tutto questo indica che le condizioni climatiche di dicembre a Betlemme non corrispondono a quanto descritto alla descrizione degli avvenimenti connessi alla nascita di Gesù
Cristo – Luca 2:8-11. Pertanto Mithra e TUTTI gli altri falsi dèi possono essere accomunati all'evento del 25 dicembre ma NON è affatto lo stesso periodo della nascita di Gesù.

Se dunque Gesù non è nato il 25 dicembre, allora quando è nato?

Dai capitoli 26 e 27 di Matteo apprendiamo che morì durante la Pasqua ebraica, la quale ebbe inizio il 1° del 33 dC. Inoltre da Luca 3:21-23 sappiamo che Gesù aveva circa trent'anni quando iniziò la sua missione.
Poiché questa durò tre anni e mezzo, egli morì a circa 33 anni e mezzo. Quindi il Cristo avrebbe compiuto 34 anni sei mesi dopo, cioè il primo di ottobre. Se dunque risaliamo all'indietro alla data in cui nacque, arriviamo non al 25 dicembre o al 6 gennaio, ma all'incirca al 1° ottobre dell'anno 2 aC. Allora sì che i pastori ancora pernottavano all'aperto con i loro greggi come correttamente descritto nelle scritture (Luca 2:8-11).

Come sottolinea il professor Mario Bussagli (I Re Magi, Ed. Rusconi 1986) : "L'attesa del Salvatore non e' limitata solo al Messia e al mondo ebraico (…) Mithra e' probabilmente la sorgente da cui deriva il Bodhisattva Maitreya (…) destinato a divenire il Buddha del futuro il quale predicherà la Legge a un'umanità diversa, migliore, più grande e chiaroveggente.

Con sfumature enormemente diverse l'aspirazione a un Salvatore, a un Soccorritore, a un mondo diverso e migliore riempie di sé, fra il II sec. a. C. e il III sec. d.C. gran parte dell'Europa e dell'Asia espandendosi poi fino al Giappone ove Maitreya è chiamato Miroku..". Questo continuo susseguirsi di immagini del Vero Cristo nella storia umana è il progetto secolare di offuscamento per inquinare la storia e confondere la mente umana.. è l'immagine della Bestia profetizzata in Apocalisse.. è il falso Imperatore del Mondo che sotto mentite spoglie CLONERA' (per l'ultima volta) il ritorno di Gesù Cristo.. è l'ANTICRISTO.

Il Natale è anche una festa mondano-consumistica. Per quanto strano possa sembrare, ciò costituisce un ritorno all'antico, al precristiano, al pagano. Quindi quanto di più distante dalla nascita in umiltà e senza grandi festeggiamenti organizzati dall'uomo.
Nel calendario romano i giorni dal 17 al 24 dicembre erano dedicati alla celebrazione dei Saturnalia, la festa in onore del dio Saturno. Dopo la cerimonia di sacrificio nel tempio del dio, le autorità religiose e civili davano vita ad un convivium publicum, mentre nelle case si festeggiava con grandi banchetti in ambito familiare. Ai bambini venivano regalate bambole, gli adulti si scambiavano doni e auguri. Non a caso il nostro "strenna" deriva dal latino strena, che significa presagio, augurio, ma anche dono augurale.
In epoca successiva, decaduti i Saturnalia, i caratteri della festa furono trasferiti in parte al Capodanno e in parte al Carnevale. Ma l'usanza dei banchetti familiari, con lo scambio di doni e di auguri, e' evidentemente rimasta anche in riferimento al Natale. Quindi più che una semplice festa organizzata liberalmente e volontariamente è un rito collettivo di divinazione antico imposto all'uomo nella notte dei tempi per seguire ciò che gli “dèi” volevano dall'uomo.

Origini più incerte, ma quasi certamente nordiche, ha invece l'usanza dell'albero di Natale. Secondo talune fonti, in alcuni paesi nord-europei, i giorni che precedevano il Natale erano dedicati alle "Feste del Paradiso". Poiché antiche leggende riferivano che la croce di Cristo era stata costruita con legno tratto da un albero nato da un germoglio dell'Albero della Conoscenza, nelle "Feste del Paradiso" quest'albero veniva decorato con mele e nastri. Da quel modello sarebbe derivato l'albero di Natale. Non e' improbabile che la stessa "Festa del Paradiso" richiamasse una precedente festività pagana. Lo storico Procopio (VI sec.) descrive una festa nell'Estremo Nord (Thule) per celebrare il ritorno del Sole (solstizio d'inverno), così come miti e leggende nordici richiamano usanze collegate al solstizio e al suo potere sulla vegetazione.
Anche le luci poste sull'albero natalizio sembrano trovare precedenti simbolici nelle storie nordiche. Nelle antiche leggende islandesi si fa cenno ad un frassino di montagna che nell'epoca natalizia si ricopre di luci che neanche la più forte tempesta riesce a spegnere. Nel ciclo del Graal, Percival attraversa un bosco illuminato con mille candele; in un'altra storia per due volte il cavaliere Durmals, attraversando anch'egli un bosco, vede un magnifico albero coperto di luci dalla cima alle radici: in entrambi i casi le luci sono simbolo di raggiunta saggezza.. Nel folklore celtico le bacche rosse del sorbo sono ritenute fonte di saggezza. Oggi e' impossibile stabilire a quali significati facesse riferimento il primo vero albero di Natale, ricordato in una cronaca del 1605 a Strasburgo. Ma più approfonditamente possiamo dire che l'albero in quanto rappresentazione simbolico-esoterica fa parte di tutta quella schiera di “simboli” che parlano alla coscienza collettiva dell'umanità con un linguaggio che penetra nei più profondi meandri senza che i profani comprendano esattamente quello che stanno facendo ma inducendoli nel frattempo a “operare” in qualità di apprendisti (mentre si divertono e giocano) delle operazioni esoteriche.

Un'origine pagana va attribuita quasi certamente anche all'usanza natalizia di appendere sulla soglia di casa rametti di vischio in quanto propiziatori di benessere. E' Plinio ad informarci (Naturalis Historia XXIV,193-194) della tecnica rituale di raccolta del vischio presso i Celti e del significato magico che a tale piante attribuivano i Druidi: i Celti chiamavano il vischio "quello che guarisce ogni cosa" e ritenevano che da esso si ricavasse una bevanda che costituiva una specie di antidoto universale.
Anche Babbo Natale ha un passaporto nordico. Il suo antenato e' però latino e si chiama Nicola, santo, vescovo di Mira verso la metà del IV secolo. Il culto di S. Nicola, patrono dei giovani e dei bambini, si diffuse per singolari motivi dalla meridionalissima Bari ai settentrionali paesi germanici, dove il santo cambiò il suo nome in Nicolaus ma restò patrono dei bimbi. Il calendario fissa la sua festa al 6 dicembre.
Dopo la Riforma, i protestanti di Germania, Olanda e Svizzera affidarono a lui il compito di portare doni ai fanciulli, attribuendogli - in una commissione di miti - un'origine polare e una slitta trainata da renne come mezzo di locomozione. Gli americani, con il loro amore per la sintesi, gli affibbiarono infine il nomignolo di Santa Claus.
Innegabile è invece l'origine del presepio. Secondo la tradizione il primo presepio fu allestito da Francesco di Assisi nel 1223 nella grotta di Greccio (Rieti). Il presepio deve il suo nome al Vangelo di Luca (2:7), lì dove si narra che la Vergine diede alla luce il suo primogenito, lo avvolse in fasce e "reclinavit eum in praesepio", cioè " lo adagiò in una mangiatoia". Nel vangelo invece non c'è traccia del bue e dell'asinello, la cui presenza è attestata soltanto negli Apocrifi.
Nella liturgia la festività natalizia e' caratterizzata, sin dal VI sec., dall'uso di celebrare tre messe. Per il simbolismo medievale ciò avveniva in omaggio alla triplice nascita di Gesù: nell'eternità, nel seno del Padre; nel tempo, da Maria Vergine; nell'anima dei Cristiani.
Insomma possiamo affermare con certezza che tutto il “corpo” delle festività che vanno dal 24 dicembre al 6 gennaio non sono altro che un grande rito magico-esoterico tramandato dalle antiche religioni pagane, donate loro dagli dèi [alieni, demoni, spiriti, ecc..] scesi dal cielo e asservite a loro uso e consumo, per tenere gli uomini aggiogati al loro dominio.

Queste cose non hanno nulla a che fare con i Veri figli del Padre e i Veri dicepoli di Gesù Cristo.

Delle origini comparate del Dio Sole
Pur non avventurandoci in comparazioni religiose che richiederebbero lunghi ed accurati studi, diremo comunque che il 25 dicembre è associato al giorno di nascita o di festeggiamento di personaggi divini risalenti anche a secoli prima di Cristo.

Per citarne alcuni:

Il dio Horus egiziano

I mosaici e gli affreschi raffiguranti immagini di Horus in braccio a Iside ricordano l’iconografia cristiana della Madonna col bambino, tanto da indurci a credere che in epoca cristiana, per ovvi motivi, alcune rappresentazioni di Iside e Horus, spesso raffigurato come un bambino con la corona solare sul capo, furono probabilmente “riciclate”.

Il dio Mitra indo-persiano
Con buona pace della Gatto Trocchi, quello di Mitra fu il culto più concorrenziale al cristianesimo e col quale il cristianesimo si fuse sincreticamente. A proposito, anche Mitra era stato partorito da una vergine, aveva dodici discepoli e veniva soprannominato “il Salvatore”.

Gli dei babilonesi Tammuz e Shamas

Nel giorno corrispondente al 25 dicembre odierno, nel 3000 a.C. circa, veniva festeggiato il dio Sole babilonese Shamash. Il dio solare veniva chiamato Utu in sumerico e Shamash in accadico. Era il dio del Sole, della giustizia e della predizione, in quanto il sole vede tutto: passato, presente e futuro.
In Babilonia successivamente comparve il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz, che veniva considerato l’incarnazione del Sole. Allo stesso modo di Iside, anche Ishtar veniva rappresentata con il suo bambino tra le braccia. Attorno alla testa di Tammuz si rappresentava un’aureola di 12 stelle che simboleggiavano i dodici segni zodiacali.
È interessante aggiungere che anche in questo culto il dio Tammuz muore per risorgere dopo tre giorni.

Dioniso
Nei giorni del solstizio d’inverno, si svolgeva in onore di Dioniso una festa rituale chiamata Lenaea, “la festa delle donne selvagge”. Veniva celebrato il dio che “rinasceva” bambino dopo essere stato fatto a pezzi.

Bacab

Era il dio Sole nello Yucatan; si credeva che fosse stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.

Il dio Sole inca Wiracocha
Il dio sole inca veniva celebrato nella festa del solstizio d’inverno Inti Raymi (festeggiata il 24 giugno perché nell’emisfero sud, essendo le stagioni rovesciate, il solstizio d’inverno cade appunto in giugno).
Ovviamente i primi citati in questa rapida carrellata devono aver influito alquanto nella creazione del falso sistema religioso della cristianità che, ricordiamolo una buona volta, non fu creato da Gesù Cristo.
Riguardo invece ai culti solari precolombiani è interessante notare come i tempi e i simboli del sacro siano comuni a civiltà molto distanti fra loro. Questo dovrebbe far sorgere più spesso il sospetto di un’origine comune delle religioni umane tramite uno studio comparato delle stesse alla ricerca del significato e del VERO scopo della vita.

“La luce mostra la VERA NATURA di tutto ciò che viene messo in chiaro, poi la luce TRASFORMA ciò che essa illumina, e lo RENDE luminoso. Per questo si dice: Svegliati, tu che dormi.. sorgi dai morti e il Cristo ti illuminerà..”. (Efesini 5:13-14)

B O J S
tratto dal sito Cospirazione

Obama, la crisi e il nuovo ordine mondiale

Milano (AsiaNews)
Un nuovo ordine mondiale, da tempo programmato, sta per essere reso “inevitabile”. Molti politici ed economisti si affrettano a dire che ciò comporterà gravi sacrifici, ma ad ogni persona “ragionevole” è evidente che si tratta di sofferenze e disagi del tutto “necessari”. Catalizzatore di questa riformulazione del pianeta è la crisi economica di cui siamo vittime. Questa crisi a fuoco lento, da immobiliare, bancaria e finanziaria, sta ormai toccando l’industria, l’agricoltura e tutta l’economia; dall’epicentro statunitense sta raggiungendo in vari gradi tutto il mondo. Il timore di reazioni a catena su possibili sconvolgimenti economici politici e sociali, la paura di anarchia in ogni campo, forniranno lo strumento necessario per attuare questo nuovo ordine, che i più vedranno come l’unico esito possibile. In tal modo, dovranno essere riformulati il governo; il direttorio mondiale della finanza, dell’economia e della fiscalità; quello dell’ordine pubblico, del sistema penale, della regolamentazione dei rapporti privati dentro e fuori l’ambito familiare; della sovranità di ciascun popolo, della possibilità stessa di esprimere opinioni difformi dal pensiero unico relativista: tutto ciò sarà considerato l’unica soluzione di fatto disponibile ed auspicabile.

Il nuovo ordine e il G 20
Fino a pochi decenni fa, tale nuovo ordine mondiale sarebbe stato considerato con orrore, un incubo, l’anticamera di una dittatura planetaria. Invece, d’ora in poi i capi delle nazioni saranno lodati per aver dato prova, in un momento difficile, di senso del bene comune per tutti i popoli della terra e di interesse verso tutti gli strati sociali. Beninteso, questo è quanto ci verrà detto - temiamo molto presto - a ben più chiare lettere di quanto oggi possiamo intuire. Del resto, già da tempo, si parla della necessità di “regole”, di una nuova Bretton Woods. L’occasione più probabile in cui ci verrà fornito il nome della medicina “miracolosa” è stata informalmente la riunione dei vertici politici ed istituzionali del G 20, a Washington il 15 novembre. La “medicina” sarebbe una banca centrale mondiale che regolamenti la moneta unica di riferimento ed i rapporti di questa con le sotto-denominazioni locali del sistema.
Al G 20, dopo una breve lezioncina ed una frettolosa diagnosi sulle difficoltà attuali – “è tutta colpa di quegli scriteriati liberisti di Bush” - la cura per sanare la terribile crisi ci verrà impartita proprio dai maggiori responsabili di questa stessa crisi. Basta vedere chi ha maggiormente finanziato la più dispendiosa campagna elettorale per la presidenza dell’ex superpotenza americana (oltre un miliardo di dollari, in un momento di pesante recessione). Come sempre e come è ovvio, chi aveva interesse ha giocato su entrambi i tavoli per ogni evenienza; ma alla fine, come sappiamo, ha prevalso Barack Obama, anche in termini di spese: quasi il doppio in termini assoluti di quelle del candidato repubblicano. Oltre ai soliti settori - il mondo dello spettacolo e dell’informazione, quello universitario e dell’istruzione, dell’informatica e di internet - i contributi per il nuovo presidente sono venuti in particolare dai fondi speculativi (“hedge funds”); dagli studi legali (anch’essi traggono risorse dalle complesse alchimie dei contratti di finanza creativa); dai fondi di “private equity”. Per non cambiare nulla, occorreva che all’apparenza cambiasse tutto. In fondo, anzi in superficie, è bastato poco: il colore un po’ più scuro della pelle del nuovo presidente. Per il resto, il governo del nuovo presidente è composto, dai “soliti” responsabili, di fatto irresponsabili. Guardiamo ai nomi in lizza per il ministero del Tesoro: Larry Summers, Tim Geithner e Robert Rubin. Sono tutti ultra-liberisti, persone che hanno sempre sostenuto la necessità di svincolare la finanza da ogni regola, dei nemici della legge Glass-Steagall.
Essi sono coloro che, nel girotondo d’incarichi per i membri del clan – al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Mondiale, nei governi del presidente Clinton, sotto l’ala di Alan Greenspan e di Ben Shalom Bernanke, o addirittura al vertice della Federal Reserve Bank di New York (Geithner) – hanno di fatto pilotato tutti gli sviluppi precedenti e successivi all’emergere della crisi odierna.

I volti vecchi del governo di Obama
Come capo di gabinetto, Obama ha scelto Emanuel Rahm, che vanta una carriera a cavallo tra la politica e le grandi case finanziarie di Wall Street. Nel suo caso c’è pure dell’altro. Non solo il padre di Rahm era membro dell’Irgun, ma lui stesso ha anche la cittadinanza israeliana, ha combattuto per Israele, è il referente per le forze armate israeliane ed ha patrocinato lo scorso 4 giugno la candidatura di Obama ai vertici dell’AIPAC – l’organizzazione sionista americana finanziata anche dallo Stato di Israele e coinvolta in alcuni recenti casi di spionaggio. In Israele hanno commentato: “[Rahm] è il nostro uomo alla Casa Bianca”. Questa osservazione ci porta a considerare che forse la scelta tra i due candidati non era equivalente.
A lungo in altalena nei sondaggi, dopo un’apparente prodigiosa rimonta, lo schieramento repubblicano, rafforzato nelle propensioni degli elettori dalla vicenda della Georgia, è iniziato a precipitare in modo definitivo da quando il presidente Bush, a fine agosto, ha negato la fornitura di aerei-cisterna necessari all’aviazione israeliana per un’incursione a lungo raggio, rifiutando con ciò l’avallo del governo americano ad un attacco contro l’Iran. Pochi giorni dopo anche le quotazioni delle materie prime ed in primo luogo del petrolio, su cui le grandi banche d’affari avevano pesantemente scommesso per compensare le perdite sui mutui immobiliari, hanno iniziato a sgonfiarsi per poi precipitare con le borse di tutto il mondo a partire dai primi di settembre.

La democrazia e la moneta

Da tutte queste premesse è chiaro che la presidenza Obama non porterà cambiamenti di rotta nella gestione della crisi finanziaria; al contrario rafforzerà la tendenza a proteggere le grandi istituzioni ed industrie a scapito delle piccole imprese e del cittadino medio che gli ha dato il voto. Soprattutto è anche chiaro che nel G 20 di Washington non verrà per nulla scalfita la questione centrale dell’attuale crisi finanziaria ed economica – e delle tante altre precedenti crisi della modernità e della postmodernità – cioè la sovranità e legittimità di sistema. Nel mondo a noi contemporaneo, l’unico regime considerato pienamente legittimo, in termini di potere politico ed economico, è quello democratico. Per la diffusione della democrazia nel mondo sono state combattute molte guerre ed in democrazia, per definizione, sovrano è il popolo. Se, però, una democrazia evoluta e complessa come quella americana può essere pilotata – nel senso che all’elettore è lasciata l’illusione di scegliere mentre in realtà è il marketing politico che, come nei supermercati, guida gli orientamenti – da chi dispone di grandi risorse monetarie, non si può più affermare che la legittimità del sistema sta nel consenso popolare. Questo può essere comprato e, dunque, nella disponibilità stessa di moneta si fonda il consenso ed il potere in democrazia. Non si tratta certo di considerazioni nuove, ma il punto cruciale è che l’emissione della moneta è di per se stessa un atto sovrano, nel senso che la circolazione della moneta è imposta per legge: un creditore non può rifiutare un pagamento in moneta avente corso legale e pretendere invece una diversa prestazione a suo piacimento (oro, argento, o altro), se non l’ha concordato prima. Chi controlla l’emissione della moneta, mediante regole scritte ad hoc, può favorire chi conviene o è più gradito. Il paradosso della moderna democrazia è che il popolo sovrano – nei suoi supposti rappresentanti, i parlamenti, i capi di Stato e di governo – non ha di fatto e di diritto alcun potere all’interno della Fed (ma anche della Bce, la Banca centrale europea) – in riferimento ad un atto sovrano di primaria importanza. A tutela pubblica e per evitare le intromissioni della politica, l’emissione della moneta è stata privatizzata e sottratta al controllo pubblico. Il Sovrano, nei suoi rappresentanti, è inaffidabile e quindi in concreto non è sovrano. Non tutti sanno infatti che la Fed è un organismo di diritto privato così come ad esempio la Banca d’Italia e molte altre banche centrali nel mondo. È così dagli albori del parlamentarismo, da poco dopo la “Glorious Revolution” nel 1688.

Martedì 18 Novembre 2008 – 16:09 – Maurizio d'Orlando
www.centrostudifederici.org (AsiaNews)

Tratto dal sito Rinascita

Il mondo è una Barack

Su Barack Obama è stato scritto in questi mesi tutto ed il contrario di tutto, sino alla nausea, la stessa nausea che si prova, ogni qualvolta ci si accosta all'attualità, ma tant'è omnia munda mundis. Ho sempre ritenuto che il futuro presidente dell'impero di USAtana sia solo un burattino, un uomo scelto dalle élites per perseguire i loro turpi scopi, usando un Anticristo dal volto umano. Tuttavia è anche possibile che Obama sia stato e sia tuttora animato da qualche ideale genuino: in tal caso, rischia di essere eliminato come accadde a Lincoln, ucciso in seguito ad una congiura ordita dai Gesuiti, o come successe a Kennedy. Dubito, però, che costui sia uomo dotato di caratura etica e lo vedo di più come un utile idiota manovrato da poteri più o meno occulti. In primo luogo tra i suoi consiglieri si annoverano tristissimi figuri come Soros, Brzezinsky e Murdoch. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Oltre a questi spaventosi personaggi, ripugnante incarnazione dell'influente e ricchissima gilda sionista, non dimenticherei il vice da lui scelto, ossia il cattolico Biden, prosseneta della prostituta, Babilonia la Grande. Che bell'entourage!

Insomma Obama è legato per un filo a Sion, per l'altro a Roma, due tra i più sinistri e diabolici centri del governo occulto mondiale. Chi prevalga tra questi due potentati, è questione in fondo oziosa: per ora, almeno, sono alleati per l'attuazione dei disgustosi piani sinarchici. Sono piani di cui Obama sarà presumibilmente un docile esecutore, ma, dietro una facciata di sollecitudine per i ceti più poveri e con un programma all'apparenza condivisibile (promozione delle energie rinnovabili, attenzione per temi quali la pace, intesa in senso orwelliano, quindi come guerra, e la collaborazione tra gli stati... ovviamente neanche un cenno alla lotta contro le scie tossiche), perseguirà la solita agenda tesa alla globalizzazione politica ed economica. L'Amero, la moneta unica per Stati Uniti, Canada e Messico, qualora venisse introdotta, sarebbe la prova provata che Obama è il leone della savana che, dopo essere stato catturato, viene addestrato e portato nel circo, dove obbedisce ai suoi domatori. L'introduzione di questa nuova valuta significherebbe che la crisi è stata creata come pretesto per un'ulteriore semplificazione dello scenario internazionale con l'Oceania (America ed Europa occidentale) contrapposta all'Eurasia (Europa mediterranea e Russia). In questo contesto, la "gaffe" di Berlusconi, vassallo del presidente russo Mededvev, acquisisce un preciso significato. Nulla o quasi avviene a caso nello scacchiere della "politica". La battuta pronunciata dal feudatario dell'umiliata Italia sarebbe un omaggio (in senso feudale) per il presidente russo, poiché l'Italia, in un futuro scenario di contrasti fittizi, ma perniciosi, si potrebbe schierare con l'Orso contro l'Aquila.

Qualcuno potrebbe obiettare, dicendo che queste interpretazioni sono i soliti deliri di chi vede cospirazioni in ogni dove e che, se fosse stato eletto Mc Caino, ora s'inventerebbe qualche altra storiella. Ebbene rispondo, in primo luogo, ricordando che la storia non si fa con i se ed aggiungo che, da quando il mondo è mondo, come affermava Balzac, la storia vera è quella occulta ed è vergognosa.

Tralascio altri aspetti esoterici relativi al kenyota salito sul soglio dell'impero ormai decadente, ometto di ricordare che l'accostamento dei cognomi Obama-Biden evoca fonicamente, in modo più provocatorio che sinistro, il Goldstein della situazione, ossia Osama bin Laden.

Purtroppo ho notato che in tutto il mondo l'elezione del leone addomesticato è stata salutata dalle masse acefale come un evento foriero di "magnifiche sorti e progressive". Temo che molti resteranno scottati, non appena Obama getterà la maschera e, dimostrando di essere un rappresentativo esponente del partito demoncratico, darà avvio ad iniziative degne del Socing.

Che poi Barack Obama decida di rivelare qualcosa sugli U.F.O., come auspicato da qualche ingenuo ricercatore, può suscitare solo un sorriso di compatimento. Altro che oggetti volanti non identificati: qui, se non si inverte la tendenza, si rischia di diventare degli oggetti microchippati.

dal blog Zret