"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
* * *

Questi filosofi sciagurati...

Ateismo e religione
Già gli antichi non ignoravano che vi erano popoli i quali vivevano senza Dio e non avevano mai avuto una religione. Le relazioni di viaggiatori di questi ultimi tempi ci offrono una quantità di altri esempi.
La religione è una cosa che, una volta stabilitasi in un paese, deve durarvi in eterno. Vi si è legati per motivi di interesse, per la felicità temporale e per quella eterna. Ci si aspetta dagli dei la fertilità dei raccolti, il successo delle iniziative: si teme che essi possano mandare la sterilità, le pestilenze, le tempeste e varie altre calamità, e di conseguenza si osservano i culti pubblici della religione, indotti sia dalla paura che dalla speranza, e ci si da premura di cominciare di qui l'educazione dei bambini e di raccomandare loro la religione come cosa di fondamentale importanza, fonte di ogni felicità o sciagura a seconda che gli onori che spettano agli dei siano resi loro con diligenza o con negligenza.
Sentimenti di tal sorta, succhiati insieme col latte, non si cancellano dallo spirito di una nazione; possono modificarsi in diversi modi, si possono cioè mutare cerimonie e dogmi, ma quei sentimenti non spariranno mai del tutto, tenuto conto soprattutto del fatto che chi vuoi costringere un popolo in materia di religione non lo fa mai per condurlo all'ateismo, bensì sempre per sostituire ai formulari che non piacciono, nel culto e nella credenza, formulari diversi.
Poiché dunque vi sono popoli che non ammettono nessuna divinità, bisogna concludere che si sono trovati in quello stato fino dalle origini e fino a che la provvidenza non ha promosso persone singolari che hanno formato le repubbliche, le hanno stabilite e le hanno adornate di belle leggi.
L'opera di queste persone ha civilizzato gli uomini selvaggi e ha dato loro un gusto nuovo con l'introduzione delle arti e delle scienze, e soprattutto del culto degli dei; ma qualche popolo è rimasto privo di questo vantaggio.
Può davvero la voce della natura farsi sentire sotto questo grosso cumulo di arti e di scienze, di leggi e di mode, di statuti e di costumi, e di cento altre invenzioni dello spirito umano? Non c'è forse da temere che una voce che deve passare attraverso tanti canali sia piuttosto la voce dell'artificio che non quella della natura? Non vi è forse motivo di sospettare che lo stesso legislatore abbia cominciato a insegnare il culto degli dei?
(P. Bayle, Pensées sur la comète de 1680, in A. Minerbi Belgrado, Materialismo e origine della religione nel '700.)


Gli inganni dei sacerdoti
Io cerco di parlare in modo molto comprensibile, e oso sperare che le mie affermazioni porteranno con sé la loro luce. Questo lavoro, lo ammetto, non è di alcuna utilità per i filosofi, ma costituisce un vantaggio considerevole per la gente comune, che io sono ben lontano dal trascurare, come fanno coloro che in ogni prefazione dicono di non cercare il suo favore e di non preoccuparsene. Mi chiedo come chiunque possa parlare in questo modo, specialmente fra coloro il cui compito è di essere al servizio del popolo e risparmiargli la fatica di uno studio lungo e difficile, che le sue comuni occupazioni non consentono. I laici pagano per i libri e il mantenimento degli ecclesiastici a questo scopo.
E nessuno può dedurre, da questo compito del clero, che il popolo debba accettare implicitamente le sue imposizioni arbitrarie, così come io non sono obbligato a cedere la mia ragione a colui che impiego per leggere, trascrivere o raccogliere per me. Il sapiente non crederà alla bontà del pane o della birra in base alla parola del fornaio o del birraio, se essa è in contrasto con l'esperienza del proprio gusto, per quanto sia ignorante del loro mestiere.
E perché la gente comune non può in modo analogo giudicare circa il vero significato delle cose religiose, anche se non comprende le lingue dalle quali sono tradotte per il suo uso? La verità è sempre e dovunque la stessa: e un'affermazione incomprensibile o assurda non deve essere rispettata solo per la sua antichità e stravaganza, per essere stata originariamente scritta in latino, in greco o in ebraico.
I poveri, che si ritiene non comprendano i sistemi filosofici, presto colsero la differenza tra i semplici e convincenti insegnamenti di Cristo e gli intricati e inutili discorsi degli scribi. I rabbini ebrei, divisi in quell'epoca in sette stoiche, platoniche e pitagoriche, ecc, con la libertà folle delle loro interpretazioni
allegoriche adattavano infatti la Scrittura alle speculazioni sfrenate dei loro numerosi maestri. Facevano credere al popolo, che non capiva nulla delle loro osservazioni cabalistiche, che questi fossero tutti profondi misteri; e così gli insegnavano la sottomissione a riti paganeggianti, mentre riducevano a nulla la legge di Dio. Nessuna meraviglia, dunque, se le persone disinteressate e i più onesti tra i governanti rifiutarono queste superstizioni assurde per una religione adatta alle capacità di tutti, delineata e predetta dai profeti e rivelata da Cristo.
Ma, come ho detto sopra, la sola rivelazione non è un motivo che renda necessario un consenso, ma è un mezzo d'informazione. Non dovremmo confondere il modo in cui veniamo a conoscenza di una cosa con le ragioni che abbiamo per credervi. Una persona può informarmi su mille cose di cui non ho mai sentito parlare prima, a cui non penserei affatto se non mi fossero state dette; tuttavia non credo a nulla in base alla sua sola parola, se manca la evidenza delle cose stesse.
Invece i teologi antichi, come molti dei loro successori moderni, amavano troppo i loro ridicoli sistemi di avvolgere ogni frase nel mistero e adornarla con qualche figura retorica, non considerando che solo le argomentazioni false e insulse hanno bisogno dell'aiuto di discorsi attraenti per confondere o divertire. Essi si vantavano della loro abilità nel persuadere pro o contro ogni cosa. E come era stimato miglior oratore colui che faceva apparire giusta ai giudici la causa peggiore, così il miglior filosofo era colui che riusciva a far passare per dimostrazione il più stravagante paradosso.
Essi si occupavano solo della propria fama e del guadagno, che non potevano assicurarsi se non ingannando il popolo con la loro autorità e abilità sofistica: e con la scusa di istruire, lo mantenevano abilmente nella più grossolana ignoranza.
(Q. Toland, Christianity not Mysterious.)

Trattato dei tre impostori
Tutti quelli che ignorano le cause fisiche sono naturalmente in preda alla paura che procede dall'inquietudine e dal dubbio circa l'esistenza di un Essere o di una potenza che abbia il potere di nuocere loro o di conservarli. E qui l'inclinazione a immaginarsi cause invisibili, che non sono null'altro che i fantasmi della loro immaginazione, invocati nell'avversità e lodati nella prosperità. Alla fine se ne fanno degli dei, e questa chimerica paura delle potenze invisibili è l'origine delle religioni che ciascuno si plasma a suo modo.Coloro che avevano interesse a che il popolo fosse contenuto e frenato da simili fantasticherie hanno coltivato questo germe della religione, ne hanno fatto una legge, e alla fine, grazie al terrore del futuro, hanno ridotto i popoli ad obbedire ciecamente.
I fondatori delle religioni, rendendosi conto chiaramente che la base delle loro imposture era l'ignoranza dei popoli, pensarono di mantenerveli attraverso l'adorazione delle immagini, fingendo che gli dei vi risiedessero; e questo fece cadere sui loro preti una pioggia d'oro e di benefici, ritenute cose sacre, perché destinate all'uso dei ministri consacrati.
Per meglio ingannare il popolo, i preti si presentarono come profeti, indovini, ispirati capaci di penetrare il futuro, si vantarono di intrattenere rapporti con gli dei; e poiché è naturale che si desideri conoscere il proprio destino, quegli impostori si fecero premura di non trascurare una circostanza così favorevole al loro progetto.
(Traité des trois imposteurs, in A. Minerbi Belgrado - Materialismo e origine dello religione nel '700)

L'origine della religione, secondo Hume
La credenza in un potere invisibile e intelligente è stata sempre diffusa largamente nella razza umana, in tutti i luoghi e in tutte le età, ma non è mai stata così universale da non ammettere eccezioni, né ha suggerito idee del tutto uniformi. Si è scoperto qualche popolo privo di sentimenti religiosi, se c'è da credere a quel che dicono i viaggiatori e gli storici; e non esistono due popoli, e nemmeno due uomini qualsiasi, che siano perfettamente convinti della medesima opinione. Sembra dunque che questi preconcetti non sorgano da un istinto o da un impulso spontaneo della natura, come quello donde nascono l'amor proprio, l'affezione tra i due sessi, l'amore dei figli, la gratitudine, il risentimento: giacché ogni istinto di questo genere risulta per esperienza assolutamente universale in tutti i popoli e in tutte le età. I primi principi religiosi debbono essere secondari, poiché varie cause e accidenti possono pervertirli, e anche i loro effetti, in alcuni casi - per un concorso straordinario di circostanze - possono essere totalmente pervertiti.

Quali siano i principi che danno luogo alla credenza originaria, e quali le cause e gli accidenti che ne guidano le manifestazioni, sarà argomento di questa nostra indagine.
Considerando il progresso della società umana dalle sue rozze origini ad oggi condizione di maggior perfezione, ne deduco che il politeismo e l'idolatria fu, e necessariamente dovette essere, la prima e la più antica religione del genere umano. Atteniamoci alla chiara testimonianza della storia.
Quanto più rimontiamo verso l'antichità, tanto più troviamo il genere umano immerso nei politeismo. Nessun sogno, nessun sintomo di una religione più perfetta. Sembra certo, secondo il progresso naturale del pensiero umano, che il volgo ignorante debba avere nozioni elementari circa le potenze supreme, prima di elevare i suoi concetti all'essere perfetto che ordinò tutta la struttura del mondo. Immaginare che l'uomo abbia abitato palazzi prima di abitare capanne, oppure che abbia studiato la geometria prima dell'agricoltura, sarebbe altrettanto ragionevole quanto pensare che la divinità gli sia apparsa come uno spirito puro, onnisciente, onnipotente e onnipresente, prima che come un essere potentissimo, anche se limitato, fornito di passioni, appetiti, membra e organi umani.

La mente risale gradualmente dal basso verso l'alto. Operando astrazioni su ciò che è imperfetto, si forma un'idea di perfezione. Un animale barbaro e bisognoso, qual è l'uomo all'origine della società, pressato da bisogni e da passioni molteplici, non ha agio di ammirare l'ordinato assetto della natura e di far ricerche sulla causa degli oggetti cui si è gradualmente assuefatto fin dall'infanzia. Quanto più la natura sarà regolare e uniforme, tanto più egli si famigliarizzerà con essa, e sarà meno incline a scrutarla e a esaminarla. Un parto mostruoso eccita la sua curiosità e gli appare un prodigio. Lo allarma la sua novità, e subito si da a tremare, a far sacrifici, a pregare.
Possiamo quindi concludere che in ogni nazione che abbia abbracciato il politeismo le prime idee religiose non nacquero dalla contemplazione della natura, ma dall'interesse per gli eventi della vita, dalle speranze e dai timori incessanti che assediavano lo spirito umano. Non si può supporre che agisse su tali barbari alcunché di diverso da una passione corrente nella vita umana: l'ansiosa brama di felicità, il timore della miseria futura, il terrore della morte, gli appetiti naturali che inducono a ricercare il cibo e le altre cose necessarie.
Agitato da speranze e timori di questa natura - specialmente dai timori - l'uomo scruta con curiosità tremebonda il corso delle cause future, ed esanima gli eventi vari e contraddittori della vita. E in questa scena confusa scorge, con occhi ancor più confusi e attoniti, le prime oscure tracce della divinità.
La religione primitiva del genere umano nasce dunque anzitutto dall'ansia riguardo agli eventi futuri. È facile immaginare quale idea l'uomo si possa fare dei poteri invisibili e ignoti, quando sia soggiogato da ogni sorta di cupi terrori. Immagini di vendetta, severità, crudeltà, malizia d'ogni genere si impongono e accrescono l'orrore che opprime e sbigottisce il devoto. Una volta che il panico ha invaso la sua mente, la fertile fantasia moltiplica sempre più i motivi di terrore; mentre l'oscurità profonda, o ancor peggio la luce incerta che lo circonda, gli rappresentano gli spettri della divinità sotto le più spaventose sembianze immaginabili. E non ci sarà abbietta perversità che il devoto terrorizzato non possa attribuire, senza scrupolo, al suo Dio.
Tale, da un primo punto di vista, lo stato naturale della religione. Ma se si considera d'altra parte lo spirito apologetico e propiziatorio inevitabilmente presente in tutte le religioni, tipica conseguenza di tali terrori, dovremo attenderci che abbia il sopravvento un sistema teologico assolutamente diverso.
Ogni virtù, ogni eccellenza sarà attribuita alla divinità, e nessuna esagerazione sarà giudicata degna delle perfezioni di cui appare dotata. Qualunque esaltato panegirico di essa sarà immediatamente accolto, senza alcuna verifica empirica o razionale. V'è dunque contraddizione tra i diversi principi della natura umana che si combinano nella religione. I terrori naturali ci presentano l'idea di una divinità diabolica e malvagia. La tendenza all'adulazione ce ne fa concepire una eccellente e divina.
[D. Hume, The Naturai History of Religion, in A. Minerbi Belgrado - Materialismo e origine della religione nel '700)

Come dovrebbe essere la religione
Dopo la nostra santa religione, che senza dubbio è la sola buona, quale sarebbe la meno cattiva? Non sarebbe forse la più semplice? Non sarebbe quella che insegnasse molta morale e pochissimi dogmi? Che tendesse a rendere giusti gli uomini senza obbligarli a credenze assurde? che non ordinasse di credere a cose impossibili, contraddittorie, ingiuriose per la divinità e dannose al genere umano, e non osasse minacciare di pene eterne chiunque preferisce tenersi al senso comune? Non sarebbe forse una religione che non sostenesse con la sua influenza dei sanguinari tiranni, e che non inondasse la terra di sangue a causa di sofismi incomprensibili? Una religione nella quale un equivoco, un gioco di parole e due o tre documenti falsificati non potessero eguagliare a un sovrano e a un Dio un prete magari incestuoso, omicida e avvelenatore? Una religione che non pretendesse di sottomettere i governi a questo prete? Che insegnasse soltanto ad adorare Iddio, e la giustizia, la tolleranza e l'umanità? Tutto ciò che va oltre l'adorazione di un Essere Supremo e la sottomissione del cuore ai suoi ordini eterni, è superstizione.
Noi rimproveriamo agli antichi i loro oracoli e i loro troppi prodigi: se essi ritornassero al mondo, e riuscissero a contare i miracoli della Madonna di Loreto per paragonarli a quelli della loro Madonna d'Efeso, in favore di chi penderebbe la bilancia?
Così, i sacrifici umani sono stati nel rito di quasi tutti i popoli antichi, ma molto rari nell'uso: fra gli Ebrei abbiamo soltanto la figlia di Jefte e il re Agag, perché Isacco e Gionata non furono mai immolati; tra i Greci la storia di Ifigenia non è neppure certa; e tali sacrifici risultano rarissimi tra i Romani.

In sostanza, la religione pagana è costata pochissimo sangue, mentre la nostra ne ha fatti versare dei fiumi. La nostra è senza dubbio la sola buona/la sola vera; ma noi abbiamo fatto tanto male per mezzo suo, che, quando parliamo delle altre religioni, ci converrebbe osservar la modestia.
Alla Borsa di Amsterdam, di Londra, di Surat, o di Bassora, il guebro, il baniano, l'ebreo, il maomettano, il deista cinese, il bramino, il cristiano greco, il cristiano romano, il cristiano protestante, il cristiano quacchero, trafficano tutto il giorno assieme: e nessuno leverà mai il pugnale sull'altro per guadagnare un'anima alla sua religione. E perché allora noi ci siamo scannati quasi senza interruzione a partire dal primo Concilio di Nicea? Costantino cominciò col dare un editto che permetteva tutte le religioni, e finì persecutore religioso. Prima di lui ci si scagliò contro i cristiani solo perché essi cominciavano a comporre una specie di stato nello Stato.
I Romani permettevano tutti i culti, persino quello degli Ebrei e quello degli Egizi, che pure avevano il loro disprezzo. Ma gli Egizi, e gli stessi Giudei, non cercavano di distruggere l'antica religione dell'Impero, non correvano per terra e per mare allo scopo di fare dei proseliti: pensavano solo a guadagnar denaro. Invece i cristiani volevano che la loro religione fosse la dominante.

San Tommaso ebbe la lealtà di confessare che, se i cristiani non detronizzarono gli imperatori, è perché non lo poterono. La loro opinione era che tutta la terra deve essere cristiana: essi erano dunque necessariamente nemici di tutta la terra, fino a che non riuscissero a convertirla. Essi erano poi nemici fra di loro, su tutti i punti controversi della loro religione.
Bisogna cominciare a considerare Gesù come un Dio? Quelli che dicono di no, sono anatemizzati. Alcuni di loro vogliono che tutti i beni siano in comune, come si sostiene che fossero ai tempi degli apostoli? I loro avversari li chiamano "nicolaiti", e li accusano dei delitti più infami. Altri tendono ad una devozione mistica? Vengono chiamati "gnostici" e perseguitati con furore. Insensati, che non avete mai saputo adorare con purezza d'animo il Dio che vi ha creati! San Paolo ha avuto ragione quando ha detto che la carità val meglio della fede e della speranza.
[Voltaire, Dictionaire philosophique.]

La bibbia del materialismo ateo
Se non fosse esistito alcun male al mondo, l'uomo non avrebbe mai pensato alla divinità. Se la natura gli avesse concesso di soddisfare facilmente tutti i suoi bisogni, e di provare soltanto sensazioni piacevoli, i suoi giorni sarebbero trascorsi in una perpetua uniformità e non avrebbe avuto nessun motivo di ricercare le cause ignote delle cose.
Se l'uomo fosse sempre pago si preoccuperebbe solo di godere del presente, di percepire gli oggetti che di continuo lo farebbero consapevole della sua esistenza, in un modo cui egli necessariamente assentirebbe. Niente metterebbe il suo cuore in apprensione. Invece, indipendentemente dai bisogni che ad ogni istante si rinnovano nell'uomo e che spesso non può soddisfare, ciascuno ha provato una quantità di guai; ha sofferto per l'inclemenza delle stagioni, le carestie, le epidemie, gli incidenti, le malattie ecc.
Perciò tutti gli uomini sono paurosi e diffidenti. L'esperienza del dolore ci rende apprensivi di fronte a tutte le cause ignote, di cui cioè non si sono ancora provati gli effetti. E quanto più l'uomo è ignorante, o privo di esperienza, tanto più soggiace al terrore. Tale ignoranza era certo più grande ancora nelle epoche remote, quando lo spirito umano, nella sua infanzia, non aveva ancora compiuto le esperienze e i progressi che oggi vediamo. Tutte le cause dovettero quindi essere misteri per i nostri selvaggi antenati; tutto ciò che videro dovette apparire loro inusitato, strano, spaventoso.
Alle origini, vedendosi spesso afflitti e maltrattati dalla natura, gli uomini supposero negli elementi o negli agenti celati che li regolavano volontà, intenzioni, bisogni, desideri analoghi a quelli dell'uomo. Di qui i sacrifici immaginati per nutrirli, le libagioni per abbeverarli, fumo e incenso per pascerne l'odorato. Dapprima si offrirono i frutti della terra, in seguito si servirono carni, si immolarono agnelli, giovenche, tori. Vedendoli quasi sempre irritati contro l'uomo, si passò, a poco a poco, a sacrificare loro bambini, uomini.

Alla fine il delirio dell'immaginazione fece credere che l'agente sovrano che presiede alla natura disdegnasse le offerte tratte dalla terra e potesse essere placato solo dal sacrificio di un Dio.
L'idea di un Dio unico nacque in conseguenza dell'opinione che faceva di questo Dio l'anima dell'universo, e tuttavia non poté essere che il frutto tardivo delle meditazioni umane. Lo spettacolo degli effetti diversi e spesso contraddittori che si operavano nel mondo dovette creare la convinzione che vi fossero un gran numero di potenze o di cause distinte e reciprocamente indipendenti: ammisero dunque molteplici cause o molteplici dei agenti in base a principi diversi, e videro negli uni potenze amiche, negli altri potenze nemiche del genere umano. Tale l'origine del dogma così antico e universale che suppone nella natura due principi o potenze mossi da interessi opposti e in perpetua guerra, con cui si credette di spiegare la mescolanza costante di beni e di mali, di prosperità e di sciagure, le vicissitudini insomma cui il genere umano soggiace in questo mondo.
Tuttavia, a forza di meditare, alcuni pensatori sono giunti a non ammettere nell'universo che una sola divinità, la cui potenza e saggezza bastassero a governarlo. Ciononostante, fin dai primi passi, il loro spirito dovette cadere nel più grande imbarazzo per le contraddizioni di cui si dovette supporre che questo Dio fosse autore, si fu quindi costretti ad ammettere in questo Dio monarca qualità contraddittorie, incompatibili, disparate. Nel supporre un Dio unico autore di tutte le cose non si poté fare a meno di attribuirgli una bontà,una saggezza, un potere illimitato, ma d'altro canto, come non attribuirgli malizia, imprudenza, capriccio, nel vedere i frequenti disordini e i mali innumerevoli di cui il genere umano è così spesso vittima e il mondo teatro? Perciò vediamo gli adoratori di un Dio indicato sempre come il modello della bontà, dell'equità e di tutte le perfezioni, abbandonarsi alle stravaganze più crudeli.
Tutti i sistemi religiosi degli uomini, i sacrifici, le preghiere, le pratiche e le cerimonie non hanno mai avuto altro scopo che quello di stornare il furore della divinità, prevenirne i capricci e stimolare in lei il sentimento della bontà da cui la si vedeva allontanarsi ad ogni momento. Tutti gli sforzi, tutte le sottigliezze della teologia non hanno avuto altro scopo che quello di conciliare, nel sovrano della natura, le idee discordi che essa stessa aveva fatto sorgere nello spirito dei mortali. In una parola la teologia include tra le qualità di Dio il privilegio di agire contro tutte le leggi della natura e della ragione, mentre proprio sulla ragione si dovrebbe fondare il culto che gli dobbiamo e la morale.
[P.H. d'Holbach, Syistème de la nature, in A. Minerbi Belgrado, Materialismo e origine della religione nel 700, pp. 73-74, 79 e 85.]


Questi filosofi sciagurati...Qualcosa di molto grave esige un Nostro discorso o piuttosto rivendica le Nostre lacrime più abbondanti, e cioè quel morbo pestilenziale, che la malvagità dei nostri tempi ha dato alla luce; affinchè unanimemente, e riunendo tutte le nostre forze, apprestiamo la medicina necessaria, perché per nostra negligenza tale peste non si conservi e non cresca nella Chiesa fino a divenire incurabile. Sembra infatti in questi giorni che sovrastino quei "tempi pericolosi", che profetizzò l'apostolo Paolo, nei quali gli uomini ameranno se stessi, saranno tronfi di superbia, bestemmiatori, traditori, amanti dei piaceri più che di Dio, sempre in atto d'imparare e non mai in grado di possedere la conoscenza della verità, non privi di una specie di religione, ma rifiutando di riconoscerne il valore.
Questi si erigono a maestri "quanto mai menzogneri", come li chiama il primo apostolo Pietro, e diffondono dottrine di perdizione; e negano quel Dio che li riscattò, attirandosi una rapida rovina. Dicono di essere sapienti, e sono invece divenuti stolti, e oscurato è il loro pazzo arzigogolare. Voi stessi [i vescovi] che siete posti come vedette nella casa del Signore, vedete bene quanti trionfi può vantare quella filosofia piena d'inganni, cioè quella filosofia che nasconde la propria empietà sotto la grande onestà di questo nome, e con quanta facilità attragga a sé e inviti i popoli in folla. Chi potrà dire o immaginare la malvagità dei dogmi e le perfide stravaganze che va mettendo di moda?
Tali uomini, mentre vogliono far mostra di cercare la sapienza, "poiché non la cercano devotamente, cadono in errori così grandi che non conservano neppure più la sapienza comune". E arrivano fino al punto d'inventare, con la massima empietà, o che Dio non esiste, o che è ozioso e sfaccendato, che non si prende per nulla cura delle cose nostre e che non rivela nulla agli uomini; e perché non ci sia da meravigliarsi se qualcosa è santo o divino, blaterano che è stato inventato ed escogitato dalla mente degli uomini inesperti, sbigottiti da futile timore dell'avvenire, e allettati da una vana speranza di immortalità.
E questi filosofi sciagurati, spargendo queste tenebre e strappando dal cuore la religione, aspirano anche a questo: che gli uomini sciolgano tutti quei legami dai quali sono uniti fra loro e ai loro superiori, e sono vincolati al loro dovere; essi vanno gridando e imprecando fino alla nausea che l'uomo nasce libero e non è soggetto a nessuno; e che quindi la società è una folla di uomini inetti, che stupidamente si prosternano dinanzi ai sacerdoti, dai quali sono ingannati e dinanzi ai re, dai quali sono oppressi, tanto è vero che l'accordo tra i sacerdoti e i monarchi non è altro che una gigantesca cospirazione a danno della libera natura dell'uomo.
Chi non vede che tali follie, e altre consimili, coperte da molti strati di menzogne, apportano tanto maggior pericolo alla tranquillità e alla quiete pubblica, quanto più si tarda a reprimere l'empietà di coloro che ne sono autori; e che tanto più danneggiano le anime redente dal sangue di Cristo, quanto più si diffonde la loro parola subdola, simile al cancro, e si introduce nelle pubbliche accademie, nelle case dei principali personaggi, nei palazzi dei re, e si insinua, cosa mostruosa, persino nei luoghi sacri?
[Pio VI, Inscrutabili divinae sapientiae consilio (25 dicembre 1775), in C Falconi, Storia delle encicliche]
Documenti estratti da: L'Eresia dagli gnostici a Lefebvre, il lato oscuro del cristianesimo" di Marcello Craveri

La spaventosa politica della Geoingegneria

di Clive Hamilton ourworld.unu.edu

Nell'agosto del 1883 il pittore Edvard Munch assistette ad un insolito tramonto rosso sangue su Oslo. Scosso da questo, scrisse nel suo diario di aver "sentito un grande, infinito urlo lacerante attraverso la natura". L'episodio lo ispirò nella ceazione della sua opera più celebre, The Scream.

Il tramonto che vide quella sera seguì all'eruzione del Krakatoa al largo della costa di Giava. L'esplosione, una delle più violente nella storia, inviò una enorme pennacchio di cenere nella stratosfera, dando luogo a tramonti rossi in tutto il mondo. I gas emessi causarono anche il raffreddamento della Terra di più di un grado e l'interruzione dell'andamento meteo per diversi anni.

L'effetto di raffreddamento delle grandi eruzioni vulcaniche è noto da qualche tempo. Il biossido di zolfo spinto nell'atmosfera superiore forma un velo che riduce la quantità di radiazione solare che raggiunge la Terra. Si stima che l'eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine nel 1991 - la più grande da quella del Krakatoa - abbia raffreddato la Terra di circa
0.5 ° C per un anno o più.

Ora, una potente coalizione di forze si sta tranquillamente aggregando intorno all'idea di trasformare l'atmosfera terrestre mediante la simulazione di eruzioni vulcaniche per contrastare gli effetti riscaldanti dell'inquinamento da carbonio. L'ingegnerizzazione del sistema climatico del pianeta sta attirando l'attenzione di ricercatori, società scientifiche, affaristi e think tanks conservatori. Nonostante l'enormità di ciò che viene proposto - niente di meno che prendere il controllo del sistema climatico terrestre - il pubblico è stato quasi completamente escluso dal processo di pianificazione.

La
Royal Society definisce la Geoingegneria come la "deliberata manipolazione su vasta scala dell'ambiente planetario per contrastare il cambiamento climatico di origine antropica" e i metodi si dividono in due tipi: rimozione del biossido di carbonio dall'atmosfera e gestione della radiazione solare per ridurre il calore che entra in atmosfera o per rifletterne di più verso l'esterno.

Tecniche che variano da quelle intriganti a quelle strambe sono state proposte per rimuovere il carbonio dall'atmosfera, tra queste la fertilizzazione degli oceani con limatura di ferro per favorire la crescita di piccole piante marine che assorbono l'anidride carbonica, l'installazione nel mare di un vasto numero di imbuti galleggianti che raccolgono acqua fredda ricca di nutrienti dal fondo per favorire fioriture algali che succhierebbero il biossido di carbonio dall'aria, e la costruzione di migliaia di 'alberi di silicato di sodio' che estraggono l'anidride carbonica direttamente dall'aria e la trasformano in bicarbonato di sodio.

Alcune delle idee proposte per bloccare il calore del Sole sarebbero inverosimili, anche in un romanzo di fantascienza. Una è quella di inviare miliardi di dischi riflettenti in un punto dello spazio conosciuto come L1 e che si trova tra la Terra e il sole. Un'altra è quella di varare centinaia di speciali navi senza pilota che solcano gli oceani e che lanciano verso l'alto pennacchi di vapore acqueo per aumentare la copertura nuvolosa. Oppure foreste di colore scuro potrebbero essere convertite in pascoli di colore chiaro che riflettono più luce solare.

Aumentare l'oscuramento

Ma l'opzione che viene presa più sul serio è senz'altro la più grandiosa per concezione e scala. Lo schema propone niente meno che la trasformazione della composizione chimica dell'atmosfera terrestre, in modo che gli esseri umani possano essere in grado di regolare la temperatura del pianeta, come desiderano. Come per le eruzioni vulcaniche, si tratta di iniezioni di diossido di zolfo nella stratosfera per circondare la terra con minuscole particelle che riflettono la radiazione solare.

Vari schemi sono stati proposti, il più promettente è l'adattamento di aerei ad alta quota dotati di serbatoi supplementari e ugelli per spruzzare sostanze chimiche. Una flotta di aerei 747 potrebbe fare fare questo lavoro.Per avere l'effetto desiderato avremmo bisogno dell'equivalente di un'eruzione Pinatubo, ogni tre o quattro anni. Le emissioni provenienti dall'eruzione in aprile del 'Monte impronunciabile' islandese erano meno di un centesimo di quelle del monte Pinatubo, e così per ingegnerizzare il clima ci vorrebbe l'equivalente di uno di questi ogni settimana, ogni anno, per decenni.

Gli scienziati più cauti riconoscono che il tentativo di regolare il clima della Terra attraverso l'aumento dell'oscuramento globale è irto di pericoli. I più preoccupanti, gli oceani assorbono circa un terzo del diossido di carbonio in eccesso pompato nell'atmosfera dall'uomo, cosa che sta alzando il tenore di acidità, dissolvendo coralli e inibendo la formazione di conchiglie di organismi marini. Girare l'interruttore per oscurare può ridurre la radiazione solare in arrivo, ma non servirebbe a rallentare l'acidificazione degli oceani. Il sistema climatico è estremamente complicato e armeggiare con esso sarebbe come introdurre
rospi delle canne per il controllo dei coleotteri della canna da zucchero.

Pericoli morali

Anche se le idee per l'ingegneria del clima circolano da almeno venti anni, fino all'ultimo dibattito pubblico sono state scoraggiate dalla comunità scientifica. Gli ambientalisti e i governi sono restii a parlarne troppo. La ragione è semplice: a parte gli effetti collaterali sconosciuti, la Geoingegneria indebolirebbe la volontà di ridurre
le emissioni di carbonio .

Economicamente è un sostituto molto interessante perché il suo costo è stimato come "senza importanza" rispetto a quello per ridurre l'inquinamento da carbonio. Mentre la comunità internazionale ha trovato difficoltà a convenire su forti misure collettive per ridurre le emissioni di anidride carbonica, l'ingegneria del clima è economica, immediatamente efficace e, soprattutto, a disposizione di ogni singola nazione.

Tra i
contendenti probabili per un intervento unilaterale, un esperto fa i nomi di Cina, Stati Uniti, Unione europea, Russia, India, Giappone e Australia. Potrebbero mettersi d'accordo? Sarebbero come sette persone che vivono insieme in una casa con riscaldamento centralizzato, ognuna con il proprio termostato e con una diversa temperatura ideale. La Cina sarà gravemente colpita dal riscaldamento, ma la Russia potrebbe preferire che il mondo fosse di un paio di gradi più caldo.

Se non vi è accordo internazionale, una nazione impaziente che soffre gli effetti della perturbazione climatica può decidere di agire da sola. Non è da escludere che in tre decenni, il clima della Terra potrebbe essere determinato da una manciata di funzionari del Partito comunista di Pechino. O il governo di un'Australia paralizzata dalla siccità permanente, dal collasso dell'agricoltura e da feroci incendi boschivi potrebbe rischiare l'ira del mondo impegnandosi in un progetto di controllo del clima.

Ad oggi, i governi hanno evitato la discussione sulla Geoingegneria per paura di essere accusati di voler evitare le proprie responsabilità con soluzioni da fantascienza. L'argomento non viene menzionato nel rapporto Stern e gli si dedica solo una pagina nel rapporto Garnaut dell'Australia (vedi
Sez. 2.4.2 ). Come segno della sua continua sensibilità politica, quando nell'aprile 2009 è stato divulgato che il nuovo consigliere scientifico del Presidente Obama John Holdren aveva detto che è in corso una vigorosa discussione sulla Geoingegneria alla Casa Bianca come opzione di emergenza, ha subito sentito il bisogno di pubblicare un "chiarimento", sostenendo che stava solo esprimendo le sue opinioni personali.

Holdren è una delle menti più acute nel settore e non prenderebbe in considerazione quello che oggi è conosciuto come 'Piano B'-ingegnerizzare il pianeta per scongiurare un riscaldamento catastrofico - a meno che non fosse abbastanza sicuro che il piano A è fallito.

Giocherellare con l'interruttore dell'oscuramento potrebbe rivelarsi un aggiustamento politico quasi irresistibile per i governi. Toglie dalle spalle potenti lobbies, dà il via libera a bruciare più carbone, evita la necessità di aumentare le tasse sul carburante, permette la crescita senza limiti e non è una minaccia per lo stile di vita dei consumatori.

In breve, rispetto al taglio delle emissioni di gas a effetto serra, la Geoingegneria tirerebbe tutti fuori dai guai. Nessun governo è ancora disposto a dare sostegno pubblico alla Geoingegneria. Tuttavia, la pressione sta crescendo e il giorno in cui il governo di un grande paese come gli Stati Uniti, la Russia o la Cina appoggerà pubblicamente il piano B non può essere lontana. Poi si apriranno le cateratte.

Anche ora, sotto controllo, la Russia ha già iniziato a testare. Yuri Izrael, uno scienziato russo che è al tempo stesso uno scettico sul riscaldamento globale e un consulente senior del Primo Ministro Putin, ha testato gli effetti di spruzzare aerosol da un elicottero sulla radiazione solare che raggiunge il suolo. Adesso sta pianificando un
esperimento su vasta scala.

Stranamore e figlio

Due dei primi e più aggressivi sostenitori dell'ingegneria planetaria furono Edward Teller e Lowell Wood. Teller, che morì nel 2003, è stato il co-fondatore e direttore del Lawrence Livermore National Laboratory vicino a San Francisco, descritto dall'autore americano Jeff Goodell come caratterizzato da uno "status quasi mitologico essendo il centro oscuro della ricerca sulle armi". Teller viene spesso descritto come il "padre della bomba a idrogeno" ed è stato l'ispirazione per il dottor Stranamore, lo scienziato pazzo sulla sedia a rotelle incline ai saluti nazisti di Stanley Kubrick nel film del 1964 con quel nome.

Lowell Wood fu assunto da Teller al Lawrence Livermore National Laboratory e divenne il suo protetto. Per decenni Wood è stato uno dei primi "progettisti di armi" del Pentagono, che lo portò ad essere battezzato dalla critica come "Dr. Evil". Guidò il gruppo incaricato da Ronald Reagan di sviluppare lo sfortunato scudo missilistico Guerre Stellari che includeva i piani per una serie di orbitanti lasers a raggi X alimentati da reattori nucleari.

Fin dal 1998 Wood e Teller hanno promosso irrorazioni di aerosol nella stratosfera come un semplice ed economico contrasto al riscaldamento globale. Riflettendo l'opinione dominante degli anni '50, credono che sia dovere del genere umano esercitare una supremazia sulla natura. E' forse per questa ragione che essi sono stati a lungo associati ai think tank conservatori che negano l'esistenza di origine antropica del riscaldamento globale. Entrambi sono stati associati alla Hoover Institution, un'organizzazione scettica sul clima in parte finanziata dalla ExxonMobil, e Wood è incluso nell'elenco come un esperto del C. George Marshall Institute, un think tank di Washington, che divenne uno dei centri principali della negazione dei cambiamenti climatici negli anni '90.

It is strange that geoengineering is being promoted enthusiastically by a number of right-wing think tanks that are active in climate denialism. E 'strano che la Geoingegneria venga promossa con entusiasmo da think tanks di destra che sono attivi negazionisti dei cambiamenti climatici. L'
American Enterprise Institute , un influente think tank anche in parte finanziato da ExxonMobil, che ha offerto 10.000 dollari agli accademici per relazioni utili a sfatare le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, ha lanciato un progetto di alto profilo per la promozione della Geoingegneria.

Naturalmente, la Geoingegneria è a favore dei suoi sostenitori e dei finanziatori delle industrie fossili perché può essere un sostituto per le riduzioni di carbonio e giustificare il ritardo. Ma una spiegazione più profonda sta nelle loro convinzioni sul rapporto dell'uomo con il mondo naturale.

Perseguire la riduzione è un'ammissione del fatto che la società industriale ha danneggiato la natura, mentre l'ingegneria del clima terrestre sarebbe la conferma del nostro dominio su di essa - la prova finale che, a prescindere da errori secondari commessi lungo la strada, l'ingegnosità umana e la fede nelle nostre capacità trionferanno sempre. La Geoingegneria promette di trasformare un fallimento in trionfo.

Lowell Wood ritiene che l'ingegneria del clima è inevitabile, è una questione di tempo prima che le 'elites politiche' cedano alla sua economicità ed efficacia. In una dichiarazione che potrebbe servire da epitaffio per la Terra, ha dichiarato: "Abbiamo progettato ogni altro ambiente in cui viviamo, perché non il pianeta?"

Wood è sprezzante nei confronti della capacità dei leaders mondiali di ridurre le emissioni (che chiama "la soppressione burocratica della CO2") e della loro capacità di raggiungere un consenso sulla sperimentazione della Geoingegneria. Egli prevede che la necessità supererà la resistenza popolare all'idea di armeggiare con l'atmosfera.

Di fronte a questa resistenza, Wood fa congetture su come ottenere un finanziamento privato da un miliardario per un esperimento. "Per quanto mi risulta, non esiste una legge che proibisce di fare una cosa come questa". Wood ha ragione: non c'è legge contro un privato che tenti di prendere il controllo del clima della Terra.

Disciplinare la regolazione del clima

Questo va al cuore della spinta a sviluppare strumenti per la manipolazione climatica. Il dibattito sull'ingegneria del clima è attualmente limitato prevalentemente ad un gruppo affiatato di scienziati, alcuni dei quali vogliono tenere il pubblico all'oscuro e respingere la regolazione della loro attività.Nel suo libro, Come raffreddare il pianeta , Goodell descrive una serie di tre banchetti privati agli inizi del 2009 che videro riuniti i principali attori. Organizzati da due dei principali sostenitori, Ken Caldeira della Stanford University e David Keith dell'Università di Calgary, costituivano "un punto di svolta nell'evoluzione della Geoingegneria come strumento politico".

Nel marzo di quest'anno una
riunione privata di ingegneri climatici leaders, tenutasi ad Asilomar, in California, ha mirato a sviluppare linee guida per disciplinare la ricerca e la sperimentazione. Gli invitati chiedevano un codice di condotta volontario che avrebbe evitato la regolamentazione da parte dei governi e della comunità internazionale, in modo che gli esperti potessero lavorare senza ostacoli al loro compito di capire come controllare il sistema climatico della Terra.

David Keith sostiene che un trattato internazionale può essere necessario in quanto l'uso della gestione della radiazione solare potrebbe essere regolata da "norme" non scritte. Questo nonostante il suo riconoscimento del fatto che la minaccia di un'azione unilaterale è molto reale, ognuno di una dozzina di paesi potrebbe avviarla entro pochi anni. In realtà, un solo ricco individuo potrebbe trasformare l'atmosfera e, con determinazione sufficiente, portarci in un'era glaciale.

Forse il ricco individuo che ha in mente è
Bill Gates , che ha velatamente finanziato la ricerca sulla Geoingegneria per tre anni con la consulenza di Keith e Caldeira. Essi ora controllano il fondo per la ricerca di Gates, che ha speso circa 4,5 milioni di dollari fino ad oggi, compreso il finanziamento dei tre banchetti privati. Keith non rivelerà per cosa è stato speso il denaro, sminuendola come "una piccola agenzia di finanziamenti privati". Giusto-l'uomo più ricco del mondo ha "una piccola agenzia di finanziamenti privati" destinati alla ricerca di modi per manipolare il sistema climatico della Terra. Tutte teorie del complotto?

Gates è anche un investitore in una società chiamata Intellectual Ventures che promuove un programma chiamato "
StratoShield", che prevede il pompaggio di biossido di zolfo nell'atmosfera superiore attraverso un tubo di 30 chilometri, tenuto a galla da dirigibili a forma di V. Intellectual Ventures è gestita da Nathan Myhrvold, ex Capo Fuzionario Tecnico della Microsoft, e include Lowell Wood tra i suoi associati.

Gates non è l'unico ranger solitario miliardario che vuole salvare il pianeta. Richard Branson ha creato la propria "war room" per dare battaglia al riscaldamento globale. I battaglioni che vuole mobilitare sul "percorso verso la vittoria" sono imprenditori di successo-come lui-e le loro armi sono "soluzioni al cambiamento climatico orientate al mercato", compresa la Geoingegneria.

La
Carbon War Room - dove le citazioni ispirate da Branson si mescolano con quelle di altri Titani come Churchill, Roosevelt e Einstein - rappresenta il tipo di follia dell'uomo ricco comune tra i moderni imprenditori con il complesso del Messia.

Il sito War Room promuove un documento di cui è co-autore Lee Lane dell'American Enterprise Institute e pubblicato come punto centrale dall'"ambientalista scettico" Bjorn Lomborg. Esso sostiene che i benefici della Geoingegneria sono enormemente superiori ai costi e mostra come impostare una temperatura ottimale per la Terra per i prossimi duecento anni.

Gli autori temono che le obiezioni etiche dei gruppi di difesa dell'ambiente possano bloccare l'inizio della gestione della radiazione solare, prima di rilevare con sollievo che "in realtà, importanti economie rimangono in gran parte al di là dell'influenza dei gruppi di difesa ambientale". Si aspettano che l'adozione della gestione della radiazione solare sarà guidata da nazioni con deboli gruppi ambientalisti-che naturalmente significa dittatura.

Sognare il Cielo Blue

Tramonti più vividi come quello che Edvard Munch ha visto, nel 1883, sarebbero una delle conseguenze dell'utilizzo di aerosol di solfato per progettare il clima, ma un effetto più inquietante dell'aumento dell'oscuramento sarebbe la sbiancamento permanente del cielo diurno. Un cielo slavato sarebbe la norma.

Se le nazioni del mondo ricorressero all'ingegneria del clima, e in tal modo si allentasse la pressione per ridurre le emissioni di carbonio, la concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera continuerebbe a salire e quindi sarebbe il riscaldamento latente che bisognerebbe arrestare. Diventerebbe poi impossibile porre fine alle iniezioni di zolfo nella stratosfera, anche per un anno o due, senza un immediato salto di temperatura.

Si stima che, se chi controlla il progetto decidesse di fermarsi, l'accumulo dei gas serra potrebbe vedere un rimbalzo del riscaldamento a una velocità 10-20 volte più alta che nel recente passato, un fenomeno che viene visto, apparentemente senza ironia, come il "
problema da interruzione".

Una volta che si iniziasse a manipolare l'atmosfera potremmo essere in trappola, sempre dipendenti da un programma di iniezioni di zolfo nella stratosfera. In tal caso, gli esseri umani non rivedebbero mai più un cielo blu.

Tratto dal blog
i lupi di einstein

Fonte:ourworld.unu.edu, 13 Settembre 2010
Traduzione:Dakota Jones