"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
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Sintonizzati sul pianeta "Illusione"

In una società in cui viene premiata con la popolarità una vera e propria demenza espressiva, l'essere umano è un consumatore senza coscienza che esalta la futilità e l'indifferenza. Siamo posti su questo grande palcoscenico chiamato vita, al di là della nostra volontà, seguendo un indottrinamento che impone la regola del più forte a discapito del più debole. Mentre le persone esaltano un falso dio, la felicità è merce.
Questa attuale normalità stà facendo rinunciare alle persone la possibilità di comprendere pienamente la propria esistenza.
Le leggi che i politici hanno introdotta nel tessuto sociale stanno mortificando l'uomo. In vetrina mettono tutto ma in sostanza non fanno nulla. Attraverso lo strumento del denaro le persone vivono una vita falsa e spenta di profondità. Le relazioni umane si sono ridotte al possedere cose escludendo i veri valori umani. Tutto quello che stiamo passando oggi, vive di ottusità. Non voglio essere negativo e non penso nemmeno di esserlo considerando lo stato attuale del mondo. La vita tesa al bene non è quella che si conforma ai ‘buoni’ costumi, ma quella tesa all’altro mondo, nel vuoto, dietro la luce artificiale, dietro al trucco, dietro quella maschera fittizia che in realtà non ci appartiene. Siamo noi spettatori che ci tratteniamo nel luogo della menzogna. In mezzo ai rituali malsani dell’uomo che stanno oscurando la verità, in questa realtà di massa, il mondo è uno stupido schermo privo di vita. Immersi in un’altra generazione di idioti in giacca e cravatta che decidono per il popolo, ossessionati da tristi speranze e sogni continuiamo a vedere su schermi e giornali l’orrore che l’uomo dominato dalla paura ha creato. L’informazione di oggi è esclusivamente deprimente.

In una società barricata dietro la propria debolezza per farne il punto di forza, egoismo e parassitismo prendono il sopravvento e le insoddisfazioni amorose mortificano l’essere. Tutto quanto stà funzionando male e sempre più le persone si trovano a dover affrontare le avversità della vita spoglie di un sistema immunitario bersagliato da medicine e vaccini velenosi. Tutti si accontentano della facciata a schermo delle menzogne e intanto gli eventi nascondono verità che vanno al di là della logica indottrinata del mondo. Siamo sempre stati allattati con informazioni fuorvianti che continuano tutt’ora a limitare le persone. Ormai si può dire che stiamo vivendo una commedia delle parti dove la realtà non esiste, al suo posto viene inscenata una gigantesca opera teatrale in cui il verosimile viene spacciato per reale. La menzogna filtra attraverso sottili flussi elettronici fino alle nostre case, fin dentro le nostre coscienze. Sta a noi trovare l’antidoto per liberarcene. Tra gli standard di una crudele e ignorante società che guarda la natura come sfondo passivo, in mezzo a tutto questo noi viviamo. Illusioni e trucchi temporanei fanno da guida alla nostra vita per distrarci dalle paure inconscie e con la ricerca delle nostre soddisfazioni e distrazioni evitiamo continuamente la causa principale delle nostre sofferenze.

Siamo pieni di tensioni e nozioni stagnanti,condizionati e confezionati da un menù artificiale di guerre e malattie, dall’estetica istituzionale, dalla TV-fabbrica illusioni, dal devil-money, dallo smog politico, dalla mediocrità ufficializzata dal biberon mediatico e dagli esaltatori di sapidità. Nell’era della dissonanza cognitiva le persone si portano a sentirsi meno vive per sopportare l’esistenza imprigionate in un sistema votato dall’indifferenza e dalla cecità che con inerzia continua il suo viaggio verso la morte. La gente difficilmente riesce a cogliere il fiore sano e profumato tra le sbarre di cemento armato sfumate dai fumi tossici di stupide macchine.
Viviamo in un mondo in cui dobbiamo fare i conti con un sistema che ci vuole schiavi.
La storia ci insegna che tutto questo è sempre accaduto.

Il modello dell’inganno è il medesimo, cambiano solo gli strumenti che sempre più silenziosi albergano nella mente delle persone. Le collettive conoscenze che abitano dentro ogni persona sono figlie di quel condizionamento mentale atto a deviare il naturale e spontaneo sviluppo umano. E’ l’idea che ci costruiamo di ogni cosa che sentiamo e vediamo a renderla reale e vera, e quello che vediamo-crediamo. E’ la nostra proiezione mentale basata sull’informazione che ci propinano tutti i giorni a mantenerci in questo stato incantato. Dalle nostre convinzioni nascono le nostre azioni,dalle nostre azioni si formano le nostre abitudini, dalle nostre abitudini deriva il nostro carattere e sul nostro carattere costruiamo il nostro destino. Siamo inevitabilmente pilotati dai nostri sensi veicolati da messaggi e informazioni ingannevoli che ci limitano imponendoci uno stile di vita basato su false necessità che dettano legge alla nostra esistenza. Quello che noto nella vita di tutti i giorni è questo scudo invisibile che non ci permette di elevarci a qualcosa di meglio che a delle semplici azioni di sopravvivenza. Questo velo olografico ci stà mostrando una realtà fondata sul controllo. Abituati alle guerre ci comportiamo come tali,sia nelle relazioni con gli altri e specialmente con noi stessi, e con estrema difficoltà non riusciamo ad accettare ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Viviamo in un incantesimo mentale e con i piedi nella polvere dell’amore cerchiamo di andare fino in fondo adoperandoci per stappare la nostra personale ed emozionale opera di noi stessi, ma veniamo continuamente fermati da un muro di limitazioni le quali mostrano ciò che tutti gli altri scelgono di vivere per paura. Il compendio delle nostre preferenze è legato alle nostre credenze e le nostre credenze sono legate alla nostra storia personale di esperienze.

Molto spesso per come il sistema ci ha condizionati a pensare, continuiamo a nuotare in un mare di giustificazioni evitando le vere cause e così facendo nutriamo quello stesso male che vogliamo smettere di sopportare. Non possiamo sfuggire da noi stessi ma possiamo tentare di liberarci da quel groviglio di problemi inutili e di false sicurezze semplicemente affrontando la nostra natura interiore, da soli di fronte al nostro personale abisso umano. Spesso alcune persone cullano il loro dolore come se fosse un figlio da far crescere, proprio per questa abitudine che si allaccia come una scarpa consumata che cammina da sola su una strada bagnata dai soliti singhiozzo fatti di lacrime e sorrisi. Abbiamo e continuiamo a permettere tantissime cattiverie e ingiustizie nei confronti dei nostri simili e nei confronti della natura in sè, ed ora ci stiamo mangiando a vicenda come se tutto questo fosse normale. Chi vive in uno stato di beneficio, nell’ipocrisia e nell’ignoranza, certe realtà non gli passano nemmeno per la mente. Siamo in uno stato di cecità totale. Non abbiamo più il senso di quello che stà succedendo perchè siamo sempre bombardati da un’ informazione frenetica e paurosa. Ci facciamo fregare dall’aspetto esteriore di quello che ci viene detto e il cammino della comunicazione ufficiale diventa anche il nostro. Siamo sempre stati viziati da un’informazione legata ad un potere invisibile. La natura soggettiva dell’esperienza oggettiva ci rende diversi a seconda di ciò che ci emoziona. La realtà è soggettiva ed è una progressione stabile di informazioni che dilatano la coscienza. L’idea che ci facciamo di una determinata cosa è legata alla nostra personale cultura di coscienza e quindi noi vediamo la realtà a nostra immagine e somiglianza e non ciò che di veramente reale esiste. Siamo come pupazzi di uno spettacolo idiota che continua inesorabilmente nella sua proiezione illusoria.Ora nell’era delle nuvole di carne bruciata, tra i cieli tappezzati chimicamente, in mezzo a tutto questo inferno a cristalli liquidi ci abbassiamo ai condizionamenti della cultura ufficiale e ci facciamo stuprare consenzientemente da una tecnologia che ci trasformerà in cybernetici cannibali.

Creiamo e viviamo un bene artificiale che tutto consuma. Abbiamo paura di lasciare andare tutto ciò che conosciamo, ovvero quella forma di sicurezza quotidiano-abituale, perchè abbiamo organizzato le nostre vite non in accordo con noi stessi ma in accordo ad altri. Nella profondità di noi stessi ci siamo perduti. Possiamo essere su gradini diversi ma tutti quanti ci muoviamo assieme. Le persone di fronte alla verità la rigettano perchè è troppo travolgente e così si riparano in quel rifugio che hanno edificato nel tempo con i mattoni del sistema attuale. Nella vita frenetica di ogni giorno gli esseri umani rimangono incastrati nella routine del lavoro e in altre azioni che lo rendono impotente di fronte ad uno spettacolo di illusioni. Prendiamo quotidianamente decisioni in base alle menzogne che ci auto infliggiamo e tratteniamo l’amore sostenendolo con il dolore. Rifletto con responsabile libertà di auto-determinazione e penso che purtroppo viviamo in una prigione all’aria aperta e le sbarre sono proprio le leggi e le istituzioni che ci impediscono di liberarci dalla falsa storia che abbiamo di noi stessi. Il desiderio e l’attaccamento al materiale bloccano il nutrimento della nostra profondità. L’esperienza partorisce coscienza ed ogni dolore che si prova è un risultato per fare esperienza di sè. Siamo tutti presi in trappola e ci addormentiamo accanto alla nostra valigia di sogni mai realizzati ma solamente gettati a terra tra le spine di rose appassite dalla luce artificiale della logica del mondo. I pensieri come proiettili infuocati continuano a perforare la nostra libertà. Le nostra mente è inquinata da una dittatura invisibile a cui sottostiamo ogni giorno e continuamente siamo sottoposti ad una pressione senza nome che ci depotenzia e ci addomestica quotidianamente.

Siamo attaccati dalle stesse persone che dicono di aiutarci e intanto il nostro inquinato essere è attaccato alla corrente che in vena imbroglia il nostro destino e inebria il nostro delirio. Continuiamo a dire al sistema ciò che il sistema ci dice di dire… cosa c’è di intelligente in questo? Siamo i figli dell’inerzia sintonizzati sul pianeta TV. La normalità è la bandiera di questa società confezionata dalle istituzioni che continua ad essere sventolata dalla superficiale stupidità delle masse addomesticate dal potere. Una realtà-spettacolo di false indicazioni promettenti, attaccate alla vena mondiale della paura. C’è stata un’epidemia tranquillizzante che ha portato nel comportamento collettivo riti ossessivamente sicuri in una logica superficiale e contraddittoria. Siamo ombre imprigionate da una luce acciecante e artificiale in cui ogni cosa esiste esclusivamente per frutto di un meccanismo mortificante. E’ tutto quanto confuso, disperso in frammenti consumati senza più identità in un universo che ha perduto ogni legame col centro di provenienza. Viviamo in un mondo in cui l’essere umano è vulnerabile per una vocazione al dolore che lo innerva e per quell’impedimento istituzionale che il più delle volte gli vieta ogni reale possibilità di cambiamento.

Il mondo che siamo costretti ad accettare e falso e con lui tutti quei personaggi che troviamo al potere. Abbiamo bisogno di un’intensità nuova, di una nuova condizione di vita che possa smantellare questo freddo inferno nascosto sotto maschere di sorrisi ipocriti.
Per trovare una maggiore armonia interiore in questa società bisogna avere una chiara visione d’insieme. E attraverso la chiara visione, noi percepiamo la realtà non più come dualità bene-male, bello-brutto, vita-morte, spirito-materia, ma come un tutt’uno di cui anche noi siamo parte. Nel silenzio di un piacere istinto dove le melodie dei nostri sensi attraversano gli spazi del buio inconscio, vincere la sete del sapere ci porta ad una rivolta dei costanti travolgimenti proiettati nel chiaro sintomo di impotente manifestazione del realizzo. La fragranza dell’immaginazione umana continua a ricevere lettere dall’ombra di un’universo silenzioso, nell’entità di una sotterranea affermazione del respiro sublime. E' una questione di interpretazioni. Ognuno interpreta la vita a modo suo, e alla fine le parole servono a poco se non ne realizzi la verità. Io, in uno stato candidamente apocalittico, sorrido sereno.

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